Dal BTP-OAT al BTP-Bund: il viaggio verso la parità

Dal BTP-OAT al BTP-Bund: il viaggio verso la parità

Obbligazioni 5 minutes to read
Althea Spinozzi

Head of Fixed Income Strategy

Punti chiave:

  • Convergenza Bund-BTP in vista. I rendimenti dei Bund tedeschi potrebbero aumentare a causa del rallentamento economico e delle sfide fiscali, mentre la stabilità dell'Italia posiziona i BTP per un potenziale allineamento dei rendimenti con il Bunds, uno scenario un tempo ritenuto impensabile.
  • I rendimenti tedeschi puntano al 3% entro il 2025. Le riforme strutturali e l'aumento della spesa fiscale in Germania dovrebbero spingere l'emissione di Bund e normalizzare la curva dei rendimenti, rendendo realistica l'aspettativa di un rendimento del 3% per il decennale Bunds.
  • Il vantaggio dei BTP come copertura dell'inflazione. In presenza di un'inflazione persistente e dell'incertezza sul taglio dei tassi della BCE, i BTP italiani offrono rendimenti interessanti, che attraggono gli investitori in cerca di protezione contro i rischi di inflazione e di politica monetaria.
  • Stabilità grazie alla proprietà nazionale: la forte proprietà nazionale dei BTP italiani li mette al riparo dalla volatilità di mercato, in netto contrasto con la maggiore presenza di esposizione stranieri in Germania, che aumenta la sensibilità ai rischi esterni.

Dal BTP-OAT al BTP-Bund: Il viaggio verso la parità


Mentre si è prestata molta attenzione al restringimento dello spread tra i BTP italiani e gli OAT francesi in mezzo alle turbolenze politiche, gli investitori dovrebbero anche concentrarsi sempre più sulle dinamiche mutevoli tra i Bunds tedeschi e i BTP italiani. Il rallentamento dell'economia tedesca e l'aumento delle incertezze politiche potrebbero spingere al rialzo i rendimenti dei Bund. Allo stesso tempo, il contesto politico relativamente stabile dell'Italia, la solida base degli investitori e la domanda sostenuta dall'attuale panorama macroeconomico potrebbero porre le basi per un inaspettato allineamento dei rendimenti nel corso del lungo termine.

La prospettiva che i rendimenti dei BTP italiani convergano con quelli dei Bund tedeschi è notevole, un'idea che sarebbe sembrata impensabile durante la crisi del debito sovrano europeo, quando l'Italia era etichettata come uno dei "PIGS". Ora tale convergenza sembra a portata di mano, semplificando potenzialmente il compito della BCE di garantire costi di finanziamento uniformi in tutta l'Eurozona.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che i mercati spesso reagiscono in modo eccessivo alle incertezze. Mentre lo spread del Bund-BTP a 10 anni  potrebbe ridursi, se la Germania riuscisse a ristrutturare con successo la sua economia, a raggiungere la ripresa e a mantenere un deficit inferiore a quello di Francia e Italia, lo spread potrebbe stabilizzarsi in territorio positivo, anche se a un livello basso. Un approccio praticabile per sostenere questo risultato sarebbe che la Germania si aprisse all'idea di emettere debito a livello europeo per finanziare investimenti in settori critici per l'UE, come la difesa.


I rendimenti dei Bund tedeschi verso il 3% entro il 2025?

Nonostante le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), un ritorno ai tassi zero sembra improbabile, anche se l'economia della Germania dovesse arrancare. Infatti, anche se i tassi d'interesse più bassi possono fornire un certo sollievo, non risolveranno completamente queste sfide strutturali. La necessità di una riforma energetica, l'aumento della spesa per la difesa e gli investimenti in tecnologia richiedono un significativo stimolo fiscale, che si tradurrà in un aumento delle emissioni obbligazionarie.

Attualmente i mercati prevedono che la BCE abbasserà i tassi all'1,75% entro la fine del 2025. Anche in questo caso, è probabile che la curva dei rendimenti tedeschi si normalizzi, con i bund a 10 anni che potrebbero offrire 100-150 punti base rispetto ai rendimenti degli Schatz a 2 anni. Questo scenario rende più probabile un rendimento del 3% sui bund rispetto ai livelli del 2% che vediamo oggi.

BTP: domanda sostenuta per supportare i titoli sovrani

I BTP italiani sono ben posizionati in questo panorama in evoluzione. L'inflazione di fondo rimane elevata al 2,7%, mostrando segni di stabilizzazione al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla BCE. Questa persistente inflazione crea incertezza sulla traiettoria dei tassi della BCE, soprattutto perché la banca centrale continua a dipendere dai dati.

Sebbene i mercati prevedano un taglio dei tassi all'1,75% entro la fine del 2025, la BCE potrebbe procedere con cautela, influenzata dagli indicatori macroeconomici. In questo contesto, gli investitori alla ricerca di protezione dall'inflazione e di rendimenti più elevati, che riecheggiano le tendenze del 2022 e del 2023, probabilmente graviteranno verso i titoli a reddito fisso. I BTP italiani, con i loro rendimenti relativamente interessanti, rappresentano un'opportunità interessante.

Struttura proprietaria e stabilità del mercato

I BTP italiani beneficiano di una struttura proprietaria unica e stabile. Circa il 50% dei BTP è detenuto da investitori nazionali, mentre un altro 24% è detenuto dalla Banca d'Italia, lasciando agli investitori stranieri solo il 26% del mercato. Strumenti come il BTP Valore, introdotto durante la pandemia di COVID-19, hanno ulteriormente consolidato questa base interna, incentivando la detenzione a lungo termine attraverso "bonus di fedeltà".

Per contro, il 46% dei titoli di Stato tedeschi è di proprietà di investitori stranieri, che li espongono a un maggiore volatilità legato al sentiment di mercato. Questa vulnerabilità è amplificata dalle attuali debolezze economiche della Germania, dalle incertezze politiche e dalla prospettiva di un imminente stimolo fiscale.

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