Rapida panoramica del mercato – 25 novembre 2025
BG SAXO
Rapida panoramica del mercato – 25 novembre 2025
Fattori trainanti e catalizzatori di mercato
- Azionario: rimbalzo negli Stati Uniti guidato dalla tecnologia grazie all’aumento delle probabilità di un taglio dei tassi Fed a dicembre; in Europa leggera crescita, con i semiconduttori che compensano il calo di Novo legato all'Alzheimer; in Asia andamento misto.
- Volatilità: il VIX si attenua verso quota 20; le opzioni prezzano un movimento di ±80 punti sull’SPX per la settimana; lieve movimento rialzista in vista della scadenza odierna.
- Asset digitali: BTC stabile intorno a 88.000 USD; persistono i deflussi da IBIT/ETHA; gli alt-coin si stabilizzano con modesti rialzi.
- Valute: JPY si rafforza leggermente grazie a nuovi commenti da parte di funzionari giapponesi. USD stabile.
- Materie prime: forte rimbalzo dei metalli preziosi, petrolio sotto pressione per l’ipotesi di un accordo di pace in Ucraina che potrebbe riportare sul mercato il greggio russo.
- Obbligazioni: i rendimenti giapponesi a breve termine toccano nuovi massimi dal 2008. In calo i rendimenti dei Treasury USA.
- Eventi macro: vendite al dettaglio USA (settembre), Indice Fed di Philadelphia (novembre), PPI USA (settembre), Fiducia dei consumatori USA (novembre), CPI Australia (ottobre), Decisione RBNZ Nuova Zelanda
Notizie macro principali
- Il governatore della Federal Reserve Christopher Waller sostiene un taglio dei tassi a dicembre a causa delle preoccupazioni sul mercato del lavoro, e prevede un approccio meeting-per-meeting da gennaio. I future assegnano una probabilità di circa il 70% a un taglio nella riunione del 9–10 dicembre.
- La presidente della Fed di San Francisco Mary Daly sostiene un taglio dei tassi il prossimo mese alla luce del deterioramento del mercato del lavoro, che ritiene vulnerabile a un cambiamento non lineare. Minimizza il rischio di una nuova fiammata inflazionistica e afferma che la Fed può riportare l’inflazione al 2% senza far aumentare la disoccupazione, un fallimento in tal senso sarebbe un fallimento della politica monetaria.
- L’indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche è sceso a 88,1 a novembre, deludendo le aspettative e segnalando prospettive di ripresa limitate. Sono peggiorate le aspettative, è aumentato il pessimismo tra manifatturiero e commercio, e la fiducia nelle costruzioni è calata. Sentiment positivo solo nei servizi, grazie al forte turismo.
- Il Presidente USA Trump e il Presidente cinese Xi si sono parlati per la prima volta dallo stop ai dazi del mese scorso; Trump ha definito l’incontro “molto positivo”, citando scambi commerciali, acquisti agricoli e fentanyl. Sono in corso colloqui sulle terre rare per introdurre “licenze generali” entro fine mese.
Prossimi eventi macroeconomici (orari in GMT)
I dati governativi USA risentono del recente shutdown
13:30 – Vendite al dettaglio USA (settembre)
13:30 – PPI USA (settembre)
13:30 – Indice Fed di Philadelphia (novembre)
14:00 – Indice prezzi case USA (settembre)
15:00 – Fiducia consumatori USA (novembre)
18:00 – Asta Treasury USA a 5 anni
00:30 – CPI Australia (ottobre)
01:00 – Decisione tassi RBNZ Nuova Zelanda
02:00 – Conferenza stampa RBNZ
Trimestrali
- Oggi: Analog Devices, Dell Technologies, Autodesk, Workday, Compass Group, Zscaler, HP Inc, NetApp, Best Buy
- Mercoledì: Deere
Azionario
- USA: i mercati azionari statunitensi hanno registrato un forte rimbalzo lunedì, spinti dalle dichiarazioni della Fed che hanno riacceso le speranze di un taglio dei tassi a dicembre. L’S&P 500 è salito dell’1,6%, il Nasdaq ha guadagnato il 2,7% e il Dow ha aggiunto lo 0,4%. I future sui tassi indicano una probabilità di circa l’80% di un taglio di 25 punti base nella riunione del 9–10 dicembre. Il comparto AI ha guidato la corsa: Broadcom ha guadagnato l’11,1% sulla scia delle notizie su Gemini 3 e Google TPU che alimentano la domanda di infrastrutture AI; Alphabet è salita del 6,3% superando momentaneamente Microsoft per capitalizzazione, mentre Tesla è avanzata del 6,8% grazie ai progressi sui propri chip AI di nuova generazione. L’attenzione si sposta ora sui dati USA ritardati (vendite al dettaglio e PPI), che potrebbero ancora influenzare la decisione finale della Fed di dicembre.
- Europa: le borse europee hanno chiuso in lieve rialzo, beneficiando del rimbalzo tech negli USA e del tono più accomodante della Fed. L’Euro Stoxx 50 è salito dello 0,3%, lo Stoxx 600 dello 0,1%. I semiconduttori hanno brillato: ASML +3,0%, Infineon +3,7%. Bene anche i titoli industriali come Siemens e Schneider Electric. Le banche sono state miste: Nordea +1,4% grazie ai buyback, mentre UniCredit e Intesa hanno sottoperformato. Novo Nordisk ha perso circa il 5,8% dopo che il farmaco orale Ozempic non ha mostrato benefici contro l’Alzheimer in uno studio di fase 3, ricordando agli investitori i rischi legati alla pipeline nonostante il successo nel dimagrimento.
- Asia: quadro misto in Asia in vista della riunione della Fed e dei dati cinesi. La borsa giapponese è rimasta chiusa per la Festa del Ringraziamento del lavoro. Hong Kong ha guidato i rialzi regionali grazie al ritorno dell'appetito per il rischio alimentato dalle aspettative di taglio tassi USA e dalle notizie sull’AI: l’Hang Seng è salito del 2,0% e l’Hang Seng Tech Index del 2,8%. Secondo indiscrezioni, Washington potrebbe autorizzare Nvidia a vendere i chip H200 AI in Cina. Alibaba +4,7% per la forza del chatbot Qwen, Leapmotor +5,8%, Innovent Biologics in rialzo in vista dell’inclusione in un indice. In Cina continentale il CSI 300 ha ceduto lo 0,1% con i titoli difensivi in rialzo, ma sentiment ancora cauto in attesa dei dati su profitti industriali e commercio.
Volatilità
- La volatilità è calata per il secondo giorno consecutivo, anche se il contesto generale resta instabile. Il VIX è tornato verso quota 20–21 dopo il recente picco oltre 26, aiutato dal rimbalzo azionario e dal tono più morbido sulle aspettative di tassi. Gli investitori ora guardano a una finestra dati compatta ma cruciale: fiducia dei consumatori USA oggi, PIL aggiornato mercoledì, inflazione PCE giovedì. Tutti elementi che condizioneranno le aspettative in vista della riunione Fed di dicembre.
- Le opzioni sull’SPX in scadenza venerdì prezzano un movimento settimanale implicito di circa ±80 punti (circa ±1,2%). L’expiry di oggi mostra una lieve inclinazione al rialzo: le call at-the-money hanno una volatilità implicita leggermente superiore rispetto alle put, segno che gli investitori sono più disposti a pagare per una prosecuzione del rally che per protezione al ribasso.
- I flussi sulle opzioni restano difensivi. SPX e SPY mostrano una persistente domanda di copertura ribassista, soprattutto nella fascia 1–3 mesi e nelle protezioni di lungo termine fino al 2027–2028. Le call di brevissimo periodo vengono ancora scambiate in modo tattico, ma in dimensioni molto ridotte, lo scenario dominante resta “long ma protetto”.
Asset digitali
- I mercati crypto si stabilizzano dopo un novembre volatile, con bitcoin fermo tra 87.000 e 88.000 USD, ethereum appena sotto i 3.000 USD, e gli alt-coin che segnano guadagni modesti. Il sentiment migliora leggermente con la crescente convinzione su un taglio Fed a dicembre, ma resta cauto dopo il flash crash di ottobre e cinque settimane consecutive di deflussi dagli ETF.
- I flussi ETF restano il principale catalizzatore. IBIT ha registrato deflussi per circa 1,1 miliardi USD nell’ultima settimana e 2,2 miliardi a novembre, nonostante un rimbalzo del NAV superiore al 5% ieri. ETHA segue un trend simile: NAV in rialzo di quasi il 9% lunedì, ma con deflussi recenti tra 90 e 110 milioni USD, a conferma che il sentiment su Ethereum resta fragile malgrado l’interesse istituzionale di lungo periodo.
- Gli alt-coin godono di un rimbalzo tecnico. XRP e solana hanno sovraperformato, mentre le crypto stock (MSTR, COIN, RIOT, CLSK) sono salite in linea con il recupero degli asset rischiosi. Anche l’attività di venture capital è in ripresa, nel Q3 sono stati raccolti 4,6 miliardi USD in finanziamenti crypto, il secondo trimestre più forte dal 2022, segno che la fiducia nelle fasi iniziali resta solida anche con flussi volatili nei prodotti quotati.
Obbligazioni
- I Treasury USA hanno continuato a salire grazie a un’asta solida sui titoli a due anni e alle recenti dichiarazioni della Fed, che hanno rafforzato le aspettative di un taglio a dicembre (ora stimato al 76%). Il rendimento del Treasury a 2 anni è sceso sotto il 3,50% per la prima volta questo mese, mentre quello a 10 anni ha toccato un nuovo minimo mensile al 4,025% prima di risalire al 4,038% nella sessione asiatica. Oggi il Tesoro USA collocherà titoli a 5 anni.
- I titoli di Stato giapponesi sono tornati sotto pressione con la riapertura dei mercati dopo il lungo weekend: il rendimento del JGB a 2 anni ha chiuso al nuovo massimo del ciclo a 0,97%, appena sopra il massimo post-2008. Il decennale ha segnato un lieve rialzo a 1,81%, sotto il picco di giovedì scorso (1,845%).
Materie prime
- L’oro si è mantenuto stabile dopo il rally di ieri, sostenuto dalla crescente fiducia in un taglio dei tassi USA a dicembre. Il restringimento del mercato repo USA segnala tensioni di liquidità emergenti, mentre la stagionalità positiva di dicembre e il miglioramento del sentiment azionario rafforzano la view costruttiva. L’argento è risalito da sotto i 49 USD di venerdì a oltre 51,5 USD.
- Il petrolio è in calo dopo il rimbalzo risk-on di lunedì, con i segnali di progresso nei negoziati di pace in Ucraina che aumentano le probabilità di un ritorno del petrolio russo sul mercato.
Valute
- Il dollaro USA si muove con scarsa volatilità, leggermente al rialzo dopo la flessione di ieri legata alle dichiarazioni dovish della Fed che hanno fatto scendere i rendimenti dei Treasury a breve.
- Lo yen si rafforza leggermente con il ritorno del Giappone dopo il weekend e nuovi commenti da parte di un altro ministro nipponico; USDJPY scambia a 156,70 questa mattina nelle ore finali della sessione asiatica, dopo essere risalito oltre 157,00 ieri. EURJPY è a metà del range rispetto alla giornata precedente, appena sopra 180,50.
- Grande attesa stanotte per NZD e AUD: la banca centrale della Nuova Zelanda (RBNZ) dovrebbe tagliare i tassi, e i mercati cercano segnali su un eventuale stop del ciclo. Poco prima, l’Australia pubblicherà il CPI di ottobre. Il cambio AUDNZD ha subito una forte rivalutazione quest’anno per le divergenze di politica monetaria tra la RBNZ dovish e la RBA più aggressiva.