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Rapida panoramica del mercato – 26 settembre 2025

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Rapida panoramica del mercato – 26 settembre 2025


Fattori trainanti e catalizzatori di mercato

  • Azioni: Gli Stati Uniti sono scesi a causa di dati solidi che riducono le probabilità di un taglio dei tassi a ottobre; l’Europa ha ceduto con il rialzo dei rendimenti e il calo del settore medico-tecnologico; Asia mista con Hong Kong in calo e la Cina continentale in rialzo
  • Volatilità: Salto del VIX; attenzione sull’inflazione PCE; le opzioni mostrano un aumento delle posizioni rialziste
  • Asset digitali: BTC stabile; ETHA e IBIT in calo; flussi negli ETF, stablecoin e il CLARITY Act sotto i riflettori
  • Obbligazioni: Rendimenti USA in rialzo dopo i dati sulle richieste settimanali di sussidi e un’asta debole di Treasury a 7 anni
  • Valute: Il dollaro USA si rafforza bruscamente dopo i numeri sulle richieste di sussidi di disoccupazione
  • Materie prime: Mese forte guidato dai metalli industriali e preziosi, oltre che dall’energia
  • Eventi macro: Inflazione PCE di agosto negli USA e indice finale di settembre dell’Università del Michigan

Notizie macro

  • La crescita USA è stata rivista al rialzo al 3,8% annualizzato nel secondo trimestre, il ritmo più veloce da quasi due anni, grazie a una spesa dei consumatori più forte. Il rimbalzo ha fatto seguito a una contrazione nel primo trimestre, con i consumi saliti del 2,5% annualizzato e gli investimenti aziendali aumentati del 7,3%. Guardando al futuro, le previsioni indicano una ripresa nel 2026, sostenuta dalla legge fiscale di Trump e da tassi d’interesse più bassi, sebbene la crescita resti sotto il 2% nei prossimi anni.
  • Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli USA sono diminuite di 14.000 unità a 218.000 nella terza settimana di settembre, meglio delle attese di 235.000 e il livello più basso in due mesi. Le richieste continuative sono scese a 1.926.000 nella seconda settimana, il dato più basso da fine maggio.
  • La BNS ha mantenuto il tasso di riferimento allo 0,0% nel terzo trimestre ed è pronta a intervenire sul mercato valutario se necessario, con le previsioni d’inflazione invariate.
  • I diplomatici europei hanno avvertito Mosca che la NATO risponderà con forza a qualsiasi ulteriore violazione dello spazio aereo, anche abbattendo aerei russi. La Russia nega di aver violato lo spazio aereo estone o di testare la NATO, affermando che i suoi voli rispettano le regole internazionali. Le recenti incursioni sul fianco orientale della NATO hanno messo alla prova la determinazione dell’alleanza, dividendo i leader tra cautela e richieste di un'azione più dura.
  • Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati del 2,9% a 312,1 miliardi di dollari ad agosto 2025, superando le aspettative nonostante gli effetti delle tariffe. Il settore dei trasporti ha trainato l’aumento, in particolare la difesa (+50,1%) e gli aerei non destinati alla difesa (+21,6%), con incrementi anche nei macchinari e nei prodotti in metallo, mentre i computer hanno registrato un calo.
  • Trump ha annunciato nuove tariffe all'importazione con effetto dal 1° ottobre: 50% su mobili da cucina, 30% su mobili imbottiti e 25% su camion pesanti. Ha citato motivi di sicurezza nazionale e la protezione dell’industria interna da prodotti stranieri che “inondano gli Stati Uniti”. Prevista anche un’imposta del 100% su farmaci di marca o brevettati, a meno che l’azienda non costruisca un impianto di produzione in America.
  • Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,2% a 4,00 milioni ad agosto 2025, al di sopra delle attese di 3,96 milioni ma al di sotto della media annuale. L’inventario è sceso dell’1,3% a 1,53 milioni di unità, pari a un’offerta di 4,6 mesi, mentre il prezzo mediano è aumentato del 2% su base annua.

Evidenze dal calendario macro (orari in GMT)

12:30 – Inflazione PCE USA (agosto)
14:00 – Indice finale dell’Università del Michigan (settembre)

Trimestrali

  • Lunedì: Carnival Cruise
  • Martedì: Nike, Paychex
  • Giovedì: Tesco PLC

Per tutti gli eventi macro, le trimestrali e i dividendi consulta il calendario di Saxo.


Azioni

  • USA: S&P 500 −0,5%, Nasdaq 100 −0,5%, Dow −0,4% a causa di dati più solidi che hanno ridotto le speranze di un allentamento da parte della Fed nel breve termine. Le richieste iniziali di sussidi sono scese a 218.000 e il PIL del Q2 è stato rivisto al 3,8%, spingendo al rialzo i rendimenti e riducendo le probabilità di tagli prima del dato PCE di venerdì. Il settore tecnologico ha guidato i ribassi: Oracle −5,6% e Tesla −4,4%. CarMax ha perso il 20% dopo risultati deludenti, mentre Intel è balzata dell’8,9% dopo notizie su un possibile investimento da parte di Apple. L’attenzione si sposta ora sul dato PCE per confermare lo slancio disinflazionistico.
  • Europa: STOXX 50 −0,4% e STOXX 600 −0,7% a causa dei rendimenti più alti e delle nuove indagini USA sulle importazioni di dispositivi medici; FTSE 100 −0,4%. Siemens Healthineers ha perso il 3,5% e Philips il 3%, con debolezza anche in auto e materiali da costruzione. H&M è salita del 9,8% grazie a un utile del terzo trimestre superiore alle attese e a un migliore sell-through a prezzo pieno. I mercati hanno rispecchiato la resilienza macro USA e le minori probabilità di un taglio a ottobre da parte della Fed, mantenendo sotto pressione i titoli sensibili ai tassi.
  • Asia: Chiusure miste nella regione giovedì. Hang Seng −0,1% appesantito da immobiliare e finanza dopo il tifone e in attesa del dato PCE USA; CSI 300 +0,6% dopo che la PBoC ha condotto una MLF da 600 miliardi di CNY per stabilizzare la liquidità. Lenovo −4% e China Hongqiao −3,1%, mentre BYD +1,7% ha sovraperformato grazie al continuo guadagno di quote nell’UE. La partecipazione al mercato è rimasta prudente in vista delle festività in Cina.

Volatilità

  • La volatilità rimane relativamente contenuta nonostante i forti cambi di sentiment. Il VIX è salito a 16,74 (+3,5%) mentre le azioni hanno ceduto terreno dopo i dati sul PIL più caldi del previsto. L’attenzione odierna è tutta rivolta al dato PCE, che potrebbe ridefinire le aspettative sui prossimi passi della Fed. Un PCE più alto potrebbe rafforzare il dollaro, mettendo sotto pressione i tecnologici e i titoli sensibili ai tassi; se delude, i mercati potrebbero tornare a prezzare un atteggiamento più accomodante. Intanto, il posizionamento sul mercato delle opzioni continua a riflettere FOMO: guadagnano popolarità gli spread rialzisti su call, mentre le coperture al ribasso restano relativamente economiche.
  • Movimento atteso per l'SPX oggi dalle opzioni: ±35 punti (~0,53%) attorno a 6.605.

Asset digitali

  • Il mercato crypto rimane in fase di consolidamento in vista dei dati macro USA. Bitcoin scambia intorno a 109.300 USD, Ether circa 3.900 USD, senza direzionalità dopo la fase di deleveraging di questa settimana. Gli ETF spot come IBIT (−3,6%) e ETHA (−5,98%) registrano deflussi, segnalando una maggiore cautela tra gli investitori. Tuttavia, si fanno strada venti favorevoli dal lato istituzionale e normativo: il CLARITY Act, le normative sulle stablecoin e le approvazioni ETF sono considerati driver chiave per il Q4.
  • Gli analisti segnalano una continua rotazione verso SOL, i protocolli DeFi e le chain che supportano stablecoin. Aumentano però le verifiche su operazioni crypto-finanziarie dopo movimenti anomali su titoli come MSTR. Attenzione al dato PCE e ai potenziali afflussi nei fondi come prossimi catalizzatori.

Obbligazioni

  • I rendimenti dei Treasury USA sono saliti ieri, in particolare dopo la pubblicazione delle richieste settimanali di sussidi, indicando un mercato del lavoro solido. Il rendimento del Treasury a 2 anni è salito di 5 punti base, chiudendo ai massimi da quattro settimane al 3,65%. Anche il decennale ha segnato un rialzo, testando l’area chiave 4,19-4,20%, già minimo di range tra maggio e settembre. L’asta del Treasury a 7 anni ha mostrato una domanda debole.
  • Lo spread dei rendimenti sovrani tra Francia e Germania a 10 anni è salito di meno di un punto base, ma ha chiuso ai nuovi massimi del ciclo vicino a 83 punti base, in linea con l’aumento dei rendimenti europei. Il Bund tedesco decennale è salito di due punti base, chiudendo al 2,77%, a soli tre punti dal massimo del ciclo a 2,80% toccato a marzo, quando i rendimenti tedeschi erano saliti per l’attesa di un’espansione fiscale significativa.

Materie prime

  • Il Bloomberg Commodity Total Return Index (BCOM) è sulla buona strada per chiudere il mese con la miglior performance degli ultimi tre anni, con un rendimento del 9,3% da inizio anno. I recenti rialzi si sono concentrati nel settore dei metalli, sia industriali che preziosi, sostenuti da interruzioni dell’offerta, dai tagli della Fed e dalle preoccupazioni sulla sua indipendenza, oltre che da crescenti tensioni geopolitiche tra Russia e Occidente. Anche l’energia ha registrato un buon andamento, guidata dal diesel, mentre gli acquirenti di carburante russo affrontano maggiori pressioni nonostante l’aumento dell’offerta da parte di diversi produttori OPEC+. Le perdite si sono concentrate nei softs, con cacao, zucchero e caffè in calo su base mensile.
  • Platino e argento sono stati i migliori performer del mese, saliti rispettivamente del 14,5% e dell’11%. Oltre alla prospettiva di un’offerta più scarsa, entrambi i metalli hanno beneficiato della domanda da parte degli investitori alla ricerca di alternative all’oro ai massimi storici. L’argento ha superato i 45 USD per la prima volta in 14 anni, mentre il platino è balzato ai massimi da 12 anni, portando il rendimento YTD al 74%.
  • Il petrolio si avvia a registrare il maggiore guadagno settimanale da oltre tre mesi, con il WTI sopra i 65 USD e il Brent vicino ai 70 USD. Il movimento è stato innescato dalle rinnovate pressioni del presidente Trump sui compratori di energia russa, inclusi Turchia e Ungheria. Questo intervento verbale ha compensato l’aumento della produzione OPEC+ e la ripresa delle esportazioni dal nord dell’Iraq dopo una pausa di due anni.

Valute

  • Il dollaro USA si è rafforzato bruscamente ieri, soprattutto dopo i solidi dati sulle richieste settimanali di sussidi, che hanno spinto il biglietto verde verso il livello psicologico di 150,00 contro lo yen giapponese, prima di consolidare nell’area 149,70. EURUSD è sceso fino a 1,1646 prima di risalire verso 1,1680.
  • Dollaro neozelandese e dollaro canadese competono con lo yen per il titolo di valuta G10 più debole del momento, con il kiwi generalmente in testa nella corsa al ribasso: NZDUSD ha toccato un nuovo minimo da aprile a 0,5756, dopo aver toccato 0,6000 solo sette sedute fa.

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