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Non hai investito a novembre? Il mercato potrebbe comunque premiarti a lungo termine

Azioni
Ruben Dalfovo
Ruben Dalfovo

Investment Strategist

Punti chiave

  • I modelli stagionali tra novembre e dicembre sono reali ma contenuti, più utili per gestire le aspettative che per individuare il minimo perfetto.
  • La recente debolezza di Nvidia e la forza del settore sanitario suggeriscono un mercato più ampio che non dipende più da un solo titolo "eroe".
  • I piccoli investitori che hanno perso il calo possono ancora entrare gradualmente, diversificare e concentrarsi sui periodi di lungo termine, non su singole giornate turbolente.

La scena è facile da immaginare: è l’inizio di novembre, i mercati appaiono stanchi, i titoli dei giornali parlano di correzioni e bolle speculative, e molti investitori decidono di “aspettare un vero ribasso”.

Poi arriva un’ondata di volatilità, gli indici scendono per qualche giorno, il settore sanitario e altri comparti difensivi si rafforzano, mentre i titoli legati all’intelligenza artificiale traballano. Ma prima ancora che la maggior parte delle persone decida cosa fare, i prezzi rimbalzano. E a fine novembre si riaffaccia quella sensazione familiare: “Ho aspettato, il mercato è risalito e l’ho mancato di nuovo.”

È proprio in questi momenti che la stagionalità può tornare utile. Non tanto come un segnale operativo per fare trading, quanto piuttosto come un modo per cambiare prospettiva. I mercati, infatti, mostrano davvero delle “stagioni” verso la fine dell’anno, ma questi schemi sono troppo deboli e incostanti per individuare il giorno perfetto. Se usati nel modo giusto, servono a ricordarci che bisogna ragionare in anni, non in settimane, e che è meglio costruire l’ingresso in modo graduale, su un mercato più ampio che non ruota più tutto intorno a Nvidia e pochi altri titoli.

Le stagioni del mercato sono un’indicazione, non un ordine da seguire

Partiamo da cosa ci dice davvero il calendario. Storicamente, l’ultima parte dell’anno è stata leggermente più favorevole per i mercati azionari. Il cosiddetto “rally di Babbo Natale” descrive la tendenza delle azioni a salire negli ultimi cinque giorni di borsa di dicembre e nei primi due di gennaio, con l’S&P 500 che ha registrato in media un guadagno dell’1,3% in quella finestra di sette giorni, e chiuso in positivo circa tre anni su quattro.

Allargando lo sguardo, novembre e dicembre si collocano spesso tra i mesi migliori per le azioni statunitensi, ma solo per pochi punti percentuali e con numerose eccezioni. Alcuni anni offrono rally importanti, altri si muovono lateralmente, e non mancano i ribassi anche marcati a fine anno. La stagionalità è più simile a un vento favorevole che a una certezza.

Il dato più importante, però, riguarda come il tempo lavora a favore degli investitori man mano che l’orizzonte temporale si allunga. Su quasi un secolo di dati, l’S&P 500 è stato positivo solo nel 59% dei mesi singoli – poco meglio del lancio di una moneta. Eppure, ogni periodo di detenzione di 20 anni ha generato un rendimento totale positivo. In altre parole, le probabilità si spostano a tuo favore grazie al tempo trascorso nel mercato, non perché novembre sia leggermente migliore di giugno.

Quindi, se hai la sensazione di aver “perso” la debolezza temporanea di inizio mese, la stagionalità offre due lezioni pratiche. Primo, le fluttuazioni di breve periodo sono normali e spesso si risolvono in fretta – ed è proprio questo che rende difficile azzeccare il tempismo. Secondo, ci saranno molti altri novembre e dicembre. L’obiettivo deve essere avere un piano per affrontarli tutti, anziché considerare questo mese come un’occasione irripetibile per entrare sul mercato.

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Fonte: analisi e stime BG Saxo. Esempio ipotetico e a scopo illustrativo.

Da un titolo "eroe" a una scena più ampia

Per gran parte della narrativa sull’intelligenza artificiale, Nvidia ha ricoperto il ruolo da protagonista. Dal lancio di ChatGPT nel novembre 2022, le sue azioni sono cresciute di circa dieci volte, trasformando l’azienda in un simbolo dell’intero sviluppo dell’AI. Ed è proprio per questo che le recenti incertezze hanno attirato così tanta attenzione.

Nelle ultime settimane, le preoccupazioni legate alla concorrenza dei processori tensoriali di Alphabet e a possibili accordi sui chip con i grandi fornitori di cloud hanno pesato su Nvidia. Allo stesso tempo, Alphabet e Broadcom hanno registrato una performance più solida, spinte dall’entusiasmo per i nuovi modelli di AI e la crescente domanda di infrastrutture. Il messaggio che arriva dai mercati non è che “l’AI è finita”, ma che la leadership all’interno del tema si sta spostando, e il mercato sta imparando a premiare anche altri segmenti della catena del valore, come le piattaforme cloud e le reti.

Oltre al tema dell’AI, il settore sanitario ha silenziosamente conquistato l’attenzione. I dati recenti indicano che l’S&P 500 Health Care Index ha registrato guadagni di qualche punto percentuale a novembre, mentre il mercato più ampio ha rallentato e il settore tecnologico si è dimostrato il più debole. I gestori di fondi hanno aumentato la loro esposizione al settore sanitario, attratti dalla stabilità degli utili, dalla crescita dei farmaci anti-obesità e dal carattere difensivo del comparto, dopo un lungo periodo in ombra rispetto alla tecnologia.

Per gli investitori che oggi si trovano liquidi, queste sono in realtà buone notizie. Un mercato che premia più di una storia è più facile da affrontare. Invece di sentirsi costretti a comprare l’ultimo titolo AI a qualsiasi prezzo, è possibile costruire un portafoglio diversificato che includa indici ampi, esposizione al settore sanitario e temi selezionati che riflettano aree diverse dell’economia. La rotazione verso il settore sanitario e una leadership più ampia al di là di Nvidia rappresentano, di fatto, una seconda occasione per chi si è perso la prima ondata legata all’AI.

Rischi: quando stagionalità e rotazioni possono trarre in inganno

Naturalmente, questo non significa che il percorso da qui in avanti sarà lineare. La stagionalità può fallire del tutto in presenza di uno shock importante, sia esso di natura geopolitica, monetaria o legato a un improvviso peggioramento degli utili. Un fine anno che “dovrebbe” essere positivo può comunque portare a una correzione netta, come è già successo nel 2018 e in altri episodi.

Esiste anche il rischio che gli investitori interpretino in modo eccessivo l’ultima rotazione settoriale. La sovraperformance del settore sanitario a novembre riflette in parte le preoccupazioni per una bolla dell’AI e le valutazioni elevate dei titoli tech. Se questi timori dovessero rientrare, la leadership potrebbe tornare rapidamente alla tecnologia, lasciando spiazzati coloro che si erano appena spostati su “quello che ha appena funzionato”.

Infine, un mercato più ampio non è necessariamente un mercato più economico. Alcune aree del settore sanitario e dell’infrastruttura AI presentano già valutazioni molto elevate. Anche se dovessero mantenere una performance superiore alla media, i rendimenti a partire dai prezzi attuali potrebbero essere più irregolari di quanto non suggeriscano i titoli dei giornali.

Dal rimpianto per il rimbalzo mancato a un piano migliore

La tentazione, dopo un rapido rimbalzo, è quella di concentrarsi sul momento mancato. Si ripensa al pomeriggio in cui si era quasi pronti a cliccare su “acquista”, e al titolo di giornale che ha fatto cambiare idea. Da quella prospettiva, la breve instabilità di novembre sembra solo un altro capitolo di una lunga storia fatta di tempismo sbagliato.

La stagionalità offre invece uno sguardo più costruttivo. Storicamente, i mercati a fine anno sono leggermente più favorevoli, ma solo quel tanto che basta a premiare chi è già investito, non chi attende un ingresso perfetto. Allo stesso tempo, la recente rotazione da un singolo titolo dominante verso il settore sanitario e altri comparti dimostra che le opportunità sono più ampie rispetto a qualche mese fa.

Per un investitore di lungo periodo, la risposta utile non è inseguire il vincitore di turno, né tormentarsi per il minimo mancato. È accettare che ci sarà sempre un altro novembre, un’altra correzione e un nuovo leader a sorpresa, e costruire un piano capace di attraversarli tutti senza dover indovinare la settimana giusta per entrare.




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