Dovresti seguire il detto "sell in May and go away"? Perché il market timing potrebbe costarti caro

Jacob Falkencrone
Global Head of Investment Strategy
Punti chiave:
- Esistono modelli di investimento stagionali, ma le tendenze storiche non sono infallibili.
- Rimanere investiti tutto l'anno supera costantemente le strategie di timing stagionale.
- Disciplina, diversificazione e pazienza generalmente producono i migliori risultati di investimento a lungo termine.
Immagina questo: è l'inizio di maggio e ti stai preparando a chiudere le tue posizioni di investimento solo perché hai sentito che i mercati estivi tendono a crollare, soprattutto durante i periodi di maggiore incertezza economica o eventi geopolitici volatili. Non sei solo: il consiglio "sell in May and go away" riecheggia da secoli in tutte le sale di negoziazione. Ma farsi da parte per i mesi estivi è davvero saggio o è solo un altro mito sugli investimenti che potrebbe costarti caro?
Comprendere la vecchia filastrocca del mercato
Originariamente coniato tra l' élite benestante inglese tra la fine del XVII e il XVIII secolo, il proverbio completo recita: "Vendi a maggio, vai via e torna il giorno di San Léger". Durante i mesi estivi, gli investitori facoltosi si ritiravano dalla frenetica Londra verso le loro tenute di campagna, tornando solo per la corsa di cavalli di St. Leger a metà settembre. Si riteneva che questa partenza stagionale riducesse l'attività di mercato e di conseguenza abbassasse i rendimenti estivi. Sebbene questo pezzo di folklore degli investimenti sia intrigante, solleva una domanda provocatoria: questa strategia secolare potrebbe ancora avere senso nel complesso mondo finanziario di oggi?
Stagionalità: più di una semplice superstizione?
I dati storici forniscono una certa credibilità a questo consiglio stagionale. Dal 1950, i rendimenti dell'S&P 500 tra novembre e aprile hanno costantemente superato quelli da maggio a ottobre. In effetti, i rendimenti cumulativi durante i mesi invernali superano di gran lunga quelli estivi.
Tuttavia, i dati non sono del tutto chiari. Sebbene la tendenza sia generalmente valida, affidarsi esclusivamente a questo schema temporale è rischioso. Eccezioni significative si verificano regolarmente e seguire rigorosamente questa regola potrebbe significare perdere guadagni cruciali. Ad esempio, gli investitori che si fossero attenuti rigidamente a questa regola avrebbero perso sostanziali recuperi di mercato dopo periodi di incertezza economica.
Scavando più a fondo nei numeri
Approfondiamo i numeri per vedere cosa rivela la storia su questo detto popolare. Un'analisi dettagliata dell'S&P 500 dal 1950 rivela alcune importanti intuizioni:
- Da novembre ad aprile si registrano generalmente rendimenti più elevati rispetto a maggio e ottobre, anche se i mesi estivi di solito rimangono moderatamente positivi.
- Le variazioni mese per mese mostrano periodi marcatamente più deboli (ad esempio settembre) e più forti (ad esempio novembre e dicembre).
Quindi, è davvero una buona strategia quella del "sell in May and go away"? Per rispondere a questa domanda, sono stati esaminati anche i numeri da una prospettiva più recente, analizzando l'S&P 500 dal 2000:
- Investire esclusivamente da novembre ad aprile, ha generato rendimenti intorno al 210%.
- Investire solo da maggio a ottobre ha prodotto un modesto 29%.
- Rimanere investiti tutto l'anno ha superato significativamente entrambe le strategie, con rendimenti cumulativi vicini al 299%.
Chiaramente, mantenere un'esposizione costante al mercato supera le strategie di market timing stagionale. Inoltre, anche durante i mesi tradizionalmente più deboli, i mercati offrono spesso opportunità cruciali, poiché eventi imprevedibili possono portare a rally inaspettati.
I mercati sfidano le aspettative stagionali
Sebbene le tendenze storiche possono suggerire cautela durante i mesi estivi, gli esempi del mondo reale spesso sfidano questa logica. Consideriamo l'estate del 2020: nonostante l'incertezza iniziale dovuta alla pandemia globale, l'S&P 500 ha registrato un rally impressionante, premiando gli investitori che sono rimasti investiti. Analogamente, le estati successive a brusche recessioni hanno spesso assistito a riprese drammatiche, come la ripresa post-crisi finanziaria nel 2009. Un altro esempio lampante è stata l'estate successiva alla Brexit nel 2016, quando molti si aspettavano turbolenze prolungate, ma invece hanno visto i mercati riguadagnare rapidamente slancio. Questi esempi sottolineano l'imprevedibilità e i costi potenziali del market timing stagionale.
Inoltre, il comportamento del mercato è sempre più influenzato dai fondamentali, dai fattori macroeconomici, dagli eventi geopolitici e dalle politiche delle banche centrali, piuttosto che dalla stagionalità storica. Gli investitori che si concentrano eccessivamente sul calendario possono trascurare questi elementi cruciali.
2025: anno eccezionale o rumore di mercato?
Quest'anno, l'accresciuta volatilità' derivante dalle controversie tariffarie, dalle tensioni geopolitiche e dai timori per l'inflazione potrebbe invogliare gli investitori a seguire più da vicino i consigli stagionali. Tuttavia, la storia ha ripetutamente dimostrato che i mercati raramente seguono schemi stagionali precisi. I mesi estivi spesso producono rally sorprendenti, cogliendo alla sprovvista i trader stagionali. Gli investitori devono rimanere cauti nei confronti di narrazioni che semplificano eccessivamente le complesse dinamiche di mercato.
I pericoli del market timing
Il leggendario investitore Warren Buffett mette in guardia contro il tentativo di fare market timing, affermando: "Non cerco mai di fare soldi sul mercato azionario. Compro partendo dal presupposto che potrebbero chiudere il mercato domani e non riaprirlo prima di cinque anni". Il suo partner di lunga data Charlie Munger aggiunge in modo succinto: "I grandi soldi non stanno nel comprare e vendere, ma nell'aspettare". Entrambi rafforzano la superiorità della pazienza e della disciplina rispetto alle strategie stagionali a breve termine.
In effetti, tentare di prevedere i movimenti di mercato a breve termine si dimostra costantemente una sfida. La ricerca indica ripetutamente che le strategie di market timing spesso si traducono in rendimenti inferiori alla media a causa di opportunità mancate e costi di transazione.
Come investire con saggezza oltre i cicli stagionali
In genere, gli investitori ottengono risultati migliori rimanendo investiti costantemente piuttosto che tentare di prevedere le fluttuazioni a breve termine. I mercati spesso offrono guadagni significativi in brevi e imprevedibili periodi, il che significa che anche brevi assenze dal mercato possono avere un grave impatto sui rendimenti a lungo termine.
Piuttosto che aderire rigidamente ai modelli stagionali, gli investitori dovrebbero dare priorità alle revisioni periodiche del portafoglio, a un'adeguata diversificazione tra le asset class e al mantenimento di una prospettiva d'investimento disciplinata a lungo termine. Strategie come l'investimento mensile sistematico, noto anche dollar cost averaging, aiutano a gestire la volatilita' del mercato, a ridurre i pregiudizi emotivi e a fornire una crescita costante del portafoglio.
Lezioni chiave da tenere a mente
- Le tendenze storiche esistono, ma non sono garantite.
- Il market timing raramente ha successo: gli investimenti a lungo termine producono generalmente risultati migliori.
- Volatilità e incertezza sono caratteristiche permanenti del mercato: evita decisioni impulsive.
- L'investimento disciplinato e coerente (ad esempio con contributi mensili) rimane la strategia più affidabile.
- I fondamentali economici e i fattori geopolitici spesso superano le semplici strategie basate sul calendario.