Previsioni Oltraggiose
Oro alla patria? No, questa volta oro ai cittadini
Ruben Dalfovo
Investment Strategist
Global Head of Investment Strategy
Immagina questo: è l'inizio di maggio e ti stai preparando a chiudere le tue posizioni di investimento solo perché hai sentito che i mercati estivi tendono a crollare, soprattutto durante i periodi di maggiore incertezza economica o eventi geopolitici volatili. Non sei solo: il consiglio "sell in May and go away" riecheggia da secoli in tutte le sale di negoziazione. Ma farsi da parte per i mesi estivi è davvero saggio o è solo un altro mito sugli investimenti che potrebbe costarti caro?
Originariamente coniato tra l' élite benestante inglese tra la fine del XVII e il XVIII secolo, il proverbio completo recita: "Vendi a maggio, vai via e torna il giorno di San Léger". Durante i mesi estivi, gli investitori facoltosi si ritiravano dalla frenetica Londra verso le loro tenute di campagna, tornando solo per la corsa di cavalli di St. Leger a metà settembre. Si riteneva che questa partenza stagionale riducesse l'attività di mercato e di conseguenza abbassasse i rendimenti estivi. Sebbene questo pezzo di folklore degli investimenti sia intrigante, solleva una domanda provocatoria: questa strategia secolare potrebbe ancora avere senso nel complesso mondo finanziario di oggi?
I dati storici forniscono una certa credibilità a questo consiglio stagionale. Dal 1950, i rendimenti dell'S&P 500 tra novembre e aprile hanno costantemente superato quelli da maggio a ottobre. In effetti, i rendimenti cumulativi durante i mesi invernali superano di gran lunga quelli estivi.
Tuttavia, i dati non sono del tutto chiari. Sebbene la tendenza sia generalmente valida, affidarsi esclusivamente a questo schema temporale è rischioso. Eccezioni significative si verificano regolarmente e seguire rigorosamente questa regola potrebbe significare perdere guadagni cruciali. Ad esempio, gli investitori che si fossero attenuti rigidamente a questa regola avrebbero perso sostanziali recuperi di mercato dopo periodi di incertezza economica.
Approfondiamo i numeri per vedere cosa rivela la storia su questo detto popolare. Un'analisi dettagliata dell'S&P 500 dal 1950 rivela alcune importanti intuizioni:
Quindi, è davvero una buona strategia quella del "sell in May and go away"? Per rispondere a questa domanda, sono stati esaminati anche i numeri da una prospettiva più recente, analizzando l'S&P 500 dal 2000:
Chiaramente, mantenere un'esposizione costante al mercato supera le strategie di market timing stagionale. Inoltre, anche durante i mesi tradizionalmente più deboli, i mercati offrono spesso opportunità cruciali, poiché eventi imprevedibili possono portare a rally inaspettati.
Sebbene le tendenze storiche possono suggerire cautela durante i mesi estivi, gli esempi del mondo reale spesso sfidano questa logica. Consideriamo l'estate del 2020: nonostante l'incertezza iniziale dovuta alla pandemia globale, l'S&P 500 ha registrato un rally impressionante, premiando gli investitori che sono rimasti investiti. Analogamente, le estati successive a brusche recessioni hanno spesso assistito a riprese drammatiche, come la ripresa post-crisi finanziaria nel 2009. Un altro esempio lampante è stata l'estate successiva alla Brexit nel 2016, quando molti si aspettavano turbolenze prolungate, ma invece hanno visto i mercati riguadagnare rapidamente slancio. Questi esempi sottolineano l'imprevedibilità e i costi potenziali del market timing stagionale.
Inoltre, il comportamento del mercato è sempre più influenzato dai fondamentali, dai fattori macroeconomici, dagli eventi geopolitici e dalle politiche delle banche centrali, piuttosto che dalla stagionalità storica. Gli investitori che si concentrano eccessivamente sul calendario possono trascurare questi elementi cruciali.
Quest'anno, l'accresciuta volatilità' derivante dalle controversie tariffarie, dalle tensioni geopolitiche e dai timori per l'inflazione potrebbe invogliare gli investitori a seguire più da vicino i consigli stagionali. Tuttavia, la storia ha ripetutamente dimostrato che i mercati raramente seguono schemi stagionali precisi. I mesi estivi spesso producono rally sorprendenti, cogliendo alla sprovvista i trader stagionali. Gli investitori devono rimanere cauti nei confronti di narrazioni che semplificano eccessivamente le complesse dinamiche di mercato.
Il leggendario investitore Warren Buffett mette in guardia contro il tentativo di fare market timing, affermando: "Non cerco mai di fare soldi sul mercato azionario. Compro partendo dal presupposto che potrebbero chiudere il mercato domani e non riaprirlo prima di cinque anni". Il suo partner di lunga data Charlie Munger aggiunge in modo succinto: "I grandi soldi non stanno nel comprare e vendere, ma nell'aspettare". Entrambi rafforzano la superiorità della pazienza e della disciplina rispetto alle strategie stagionali a breve termine.
In effetti, tentare di prevedere i movimenti di mercato a breve termine si dimostra costantemente una sfida. La ricerca indica ripetutamente che le strategie di market timing spesso si traducono in rendimenti inferiori alla media a causa di opportunità mancate e costi di transazione.
In genere, gli investitori ottengono risultati migliori rimanendo investiti costantemente piuttosto che tentare di prevedere le fluttuazioni a breve termine. I mercati spesso offrono guadagni significativi in brevi e imprevedibili periodi, il che significa che anche brevi assenze dal mercato possono avere un grave impatto sui rendimenti a lungo termine.
Piuttosto che aderire rigidamente ai modelli stagionali, gli investitori dovrebbero dare priorità alle revisioni periodiche del portafoglio, a un'adeguata diversificazione tra le asset class e al mantenimento di una prospettiva d'investimento disciplinata a lungo termine. Strategie come l'investimento mensile sistematico, noto anche dollar cost averaging, aiutano a gestire la volatilita' del mercato, a ridurre i pregiudizi emotivi e a fornire una crescita costante del portafoglio.