Rapida panoramica del mercato – 12 marzo 2025

BG SAXO
Rapida panoramica del mercato – 12 marzo 2025
Driver e catalizzatori di mercato
- Azioni: i titoli statunitensi scendono mentre Trump aumenta i dazi sul Canada; l’Europa in ribasso.
- Volatilità: il VIX si attesta a 26,77, la volatilità dell’Euro Stoxx ai massimi da 7 mesi.
- Asset digitali: leggera correzione dei mercati crypto questa mattina.
- Valute: lo JPY si indebolisce con il rimbalzo dei rendimenti. Il rialzo dell’EURUSD rallenta leggermente.
- Obbligazioni: nuovo forte irripidimento della curva dei rendimenti in Europa, con i rendimenti del Bund vicini ai massimi da 13 anni.
- Materie prime: l'argento sostenuto dal rally del rame, il petrolio rimbalza a causa dei rischi sull’offerta iraniana.
- Eventi macro: riunione della Bank of Canada, CPI USA di febbraio, asta dei Treasury USA a 10 anni.
BG SAXO Colazione con i mercati è una panoramica concisa sui mercati finanziari, con riferimenti alle principali notizie ed eventi.
Dati macro e notizie principali
- I dazi statunitensi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio sono entrati in vigore questa mattina, con il presidente Trump che ha rinunciato alla minaccia di raddoppiare i dazi contro il Canada dopo che la provincia canadese dell’Ontario ha annullato un’imposta all’esportazione del 25% sull’energia elettrica destinata agli Stati Uniti. Il Canada è il principale esportatore di acciaio e alluminio verso gli USA.
- L’UE ha adottato questa mattina delle “contromisure rapide e proporzionate” contro gli Stati Uniti, dopo che questi ultimi hanno imposto dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio. Le misure saranno applicate alle importazioni statunitensi per un valore fino a 26 miliardi di euro e dovrebbero entrare in vigore tra l’inizio e la metà di aprile.
- L’Ucraina ha accettato una proposta statunitense per una tregua di 30 giorni con la Russia, nell’ambito di un accordo per lo sblocco degli aiuti militari e dell’intelligence. L’intesa prevede una sospensione delle ostilità, lo scambio di prigionieri e un accordo sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine. Gli Stati Uniti presenteranno ora la proposta al presidente russo Vladimir Putin per ottenere la sua approvazione.
- Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate di 232.000 unità, raggiungendo i 7,74 milioni a gennaio 2025, superando le 7,63 milioni previste. Settori come il commercio al dettaglio, la finanza e le assicurazioni, e l’assistenza sanitaria e sociale hanno registrato aumenti significativi, mentre i servizi professionali e aziendali hanno subito un calo.
- Il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha dichiarato di non essere preoccupato per il livello dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi, suggerendo che “la tendenza al rialzo osservata dallo scorso anno riflette le aspettative del mercato sull’economia e sull’inflazione, o le variazioni dei tassi d’interesse all’estero”.
Prossimi eventi macro (orari GMT)
- 08:45 – Discorso di Christine Lagarde (BCE)
- 12:30 – CPI USA di febbraio
- 14:30 – Scorte settimanali di petrolio e prodotti raffinati del DoE (USA)
- 14:30 – Conferenza stampa di Tiff Macklem, governatore della Bank of Canada
- 17:00 – Asta dei Treasury USA a 10 anni
- Nel corso della giornata: Rapporto mensile dell’OPEC sul mercato petrolifero
Trimestrali
- Oggi: Adobe, Inditex, Rheinmetall, Lennar
- Giovedì: Docusign
- Venerdì: BMW, Daimler Truck
Azioni
Stati Uniti
Le azioni statunitensi hanno proseguito il loro ribasso martedì con l’intensificarsi delle tensioni commerciali. L’S&P 500 è sceso dello 0,76%, il Dow Jones ha perso l’1,14% (-478 punti) e il Nasdaq ha chiuso in calo dello 0,18%. L’annuncio di Donald Trump di raddoppiare i dazi sull’acciaio e sull’alluminio canadesi al 50% ha spaventato i mercati, anche se in seguito il Premier dell’Ontario, Doug Ford, ha sospeso una sovrattassa prevista sulle importazioni di elettricità dagli Stati Uniti. I settori industriale, beni di consumo di base e sanitario hanno registrato le perdite maggiori, con Delta Air Lines (-7%), Disney (-5%) e Airbnb (-5%) tra i peggiori titoli. Anche il comparto tecnologico è stato colpito, con Apple (-2,9%), Alphabet (-1,1%) e Oracle (-3,1%) in calo. Gli investitori attendono ora il rapporto sul CPI per ottenere indicazioni sull’inflazione e sulle prossime mosse della Fed.
Europa
Le azioni europee sono scese ai minimi di un mese, con le minacce tariffarie di Trump nei confronti del Canada che hanno alimentato i timori di un impatto economico più ampio. Il STOXX 50 ha perso l’1,7%, mentre il STOXX 600 è calato dell’1,8%, con auto, banche e industriali tra i settori più penalizzati. Stellantis (-5%), Mercedes-Benz (-2,5%) e Volkswagen (-3%) hanno subito ribassi significativi a causa delle preoccupazioni legate a possibili interruzioni della catena di approvvigionamento. Tuttavia, gli indici europei sono attesi in rialzo oggi, sostenuti dalla speranza di un cessate il fuoco in Ucraina, con i future sul DAX in aumento di 195 punti e quelli sul FTSE 100 in rialzo di 25 punti. Gli investitori si concentreranno sui risultati di Inditex, Puma e Porsche.
Asia
I mercati asiatici hanno chiuso contrastati in un contesto di incertezze commerciali. Il Nikkei giapponese è salito dello 0,3%, mentre il KOSPI sudcoreano ha guadagnato l’1,6%, trainato dalla forza del settore tecnologico, con Samsung (+2,1%) e SK Hynix (+4,5%) in rialzo. L’Hang Seng di Hong Kong ha inizialmente perso l’1,58%, ma ha recuperato dopo che Citigroup ha migliorato il rating delle azioni cinesi grazie al potenziale di crescita dell’intelligenza artificiale. Kuaishou Tech (+5,2%) e Semicon Manufacturing (+3,1%) hanno guidato il rally. Al contrario, i mercati azionari di Australia e Malesia hanno sottoperformato, sotto pressione dopo che Trump ha escluso esenzioni tariffarie, penalizzando ulteriormente le economie dipendenti dalle materie prime.
Volatilità
La volatilità resta elevata in attesa della pubblicazione del CPI USA (13:30 GMT+1). Il VIX è a 26,77, riflettendo le incertezze persistenti sui mercati. Gli indicatori di volatilità a breve termine, come il VIX9D (-7,25%), segnalano rischi accentuati nel breve termine, con i trader che si posizionano in previsione dei dati sull’inflazione e delle possibili mosse della Fed. I future sul VIX restano invertiti, suggerendo un quadro di incertezza senza segnali di panico conclamato. Nel frattempo, la volatilità dell’Euro Stoxx ha raggiunto un massimo di 7 mesi, seguendo il calo delle azioni europee mentre le tensioni commerciali pesano sul sentiment degli investitori.
Asset digitali
I mercati crypto hanno registrato una leggera correzione dopo i recenti massimi. Il Bitcoin (BTC) è sceso dell’1,37% a 81.747 $, mentre l’Ethereum (ETH) ha perso lo 0,61% a 1.910 $. Il Solana (SOL) ha ceduto l’1,7% a 123,16 $, ma l’XRP (XRP) è salito dello 0,2% a 2,17 $.
Le azioni legate alle criptovalute hanno invece sovraperformato, con Coinbase (COIN) in rialzo del 6,95% e MicroStrategy (MSTR) in forte crescita dell’8,91%, grazie al continuo interesse istituzionale per gli asset digitali. Tuttavia, gli investitori restano cauti in attesa della pubblicazione del CPI USA, che potrebbe influenzare l’appetito per il rischio sia nei mercati tradizionali che in quelli digitali.
Obbligazioni
- Stati Uniti: i rendimenti dei Treasury USA sono rimbalzati, probabilmente grazie a un miglioramento del sentiment di rischio. Il rendimento del Treasury a 10 anni è risalito sopra il 4,25%, mentre il 2 anni ha superato il 3,92%, dopo essere sceso fino a un minimo plurimensile del 3,82% nella giornata di ieri.
- Europa: i rendimenti europei sono aumentati ieri, con il Bund tedesco a 10 anni che ha chiuso a 2,90%, il livello più alto dal mese di ottobre 2023, con un rialzo di 7 punti base. Il massimo intraday dei rendimenti del Bund risalente al 2011 è 3,03%, ma la chiusura giornaliera più alta è solo 5 punti base sopra quella di ieri, a 2,97%. Il rendimento del 2 anni tedesco, invece, è sceso di 2 punti base a 2,2%, facendo aumentare la pendenza della curva dei rendimenti tedesca al livello più alto di questo ciclo, con un differenziale 2-10 anni di 70 punti base, il massimo da metà 2022.
Materie prime
- Petrolio: i prezzi del petrolio sono aumentati, dopo che gli Stati Uniti hanno dimezzato le previsioni di surplus globale per quest'anno e il prossimo, citando un calo dei flussi da Iran e Venezuela a seguito delle misure statunitensi per far rispettare le sanzioni. Se applicate in modo rigoroso, le restrizioni potrebbero ridurre la produzione iraniana più rapidamente di quanto previsto dagli aumenti produttivi dell’OPEC+. L’API ha riportato un aumento di 4,5 milioni di barili nelle scorte statunitensi, mentre il mercato osserva attentamente gli sviluppi relativi a un possibile accordo di pace in Ucraina, le posizioni leggere che supportano un rimbalzo tecnico, e il rapporto mensile dell’OPEC sul mercato petrolifero.
- Rame: i prezzi del rame sono aumentati, sostenuti da un dollaro più debole e dalla possibile introduzione di un dazio del 25% che potrebbe aumentare i prezzi negli Stati Uniti nel breve termine, stimolando le importazioni statunitensi e riducendo le scorte altrove.
- Argento e oro: il rally del rame ha sostenuto l’argento, che martedì è salito del 2,6%, prima di ridimensionarsi durante la notte. L’oro continua a trovare supporto come bene rifugio, grazie all'incertezza sulla politica tariffaria di Trump, ai timori di recessione e alla recente debolezza del dollaro.
- Cereali:
- Mais: il prezzo del mais è sceso dopo una sessione volatile, poiché il rapporto mensile dell’USDA ha mantenuto invariati gli stock di mais negli Stati Uniti, nonostante forti vendite all'export e tensioni commerciali con il Messico, principale acquirente.
- Grano: i futures sul grano sono scesi, dopo che il rapporto ha mostrato scorte nazionali e globali più alte del previsto.
Valute
- EUR/USD: l’EUR/USD ha sfiorato quota 1,0950 ieri, prima di scendere a 1,0900 durante la notte, con i mercati che continuano a concentrarsi sulla politica fiscale dell’UE. Il rialzo dell’euro potrebbe essere stato limitato dal rimbalzo delle azioni statunitensi e dalle dichiarazioni di Trump volte a influenzare il sentiment economico e le aspettative di politica della sua amministrazione.
- JPY: lo yen giapponese è sceso, mentre la maggior parte dei rendimenti obbligazionari globali è rimbalzata ieri. Il cross EUR/JPY ha raggiunto i massimi da fine gennaio sopra 161,50, mentre l’USD/JPY è risalito sopra 148,20 questa mattina, dopo aver toccato un minimo di 146,24 ieri. Inoltre, il fondo pensione pubblico giapponese (GPIF) ha annunciato ieri che non modificherà l’allocazione delle azioni estere, provocando una breve ondata di vendite di JPY, che però non si è protratta a lungo. Durante la notte, il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha minimizzato le preoccupazioni sui rendimenti obbligazionari giapponesi.
- CAD: il dollaro canadese ha recuperato terreno dopo aver toccato minimi locali contro il dollaro USA. L’escalation delle tensioni tra Trump e il Canada si è attenuata, dopo che la provincia dell'Ontario ha annullato una tassa del 25% sulle esportazioni di elettricità verso gli Stati Uniti, portando Trump a ritirare la minaccia di raddoppiare i dazi USA su alluminio e acciaio, che entreranno in vigore oggi. L’USD/CAD ha superato brevemente 1,4500 ieri, prima di scendere sotto 1,4400, per poi risalire fino a 1,4440 a fine giornata. Oggi è in programma la riunione della Bank of Canada, con attese per un taglio del tasso di 25 punti base, al 2,75%.