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Rapida panoramica del mercato – 27 marzo 2025

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BG SAXO

Rapida panoramica del mercato – 27 marzo 2025



Fattori trainanti e catalizzatori di mercato

Azioni: dazi statunitensi sull’auto; vendite nel settore tech; calo dei titoli auto europei; titoli tecnologici e automobilistici asiatici sotto pressione
Volatilità: forte impennata del VIX; aumento del rischio a breve termine; prospettive caute
Asset digitali: criptovalute stabili; crollo delle azioni legate al mining; GameStop punta sul Bitcoin
Valute: l’EUR sotto pressione a causa delle minacce di dazi; la GBP in calo dopo un CPI debole e una revisione del bilancio deludente
Obbligazioni: i Treasury statunitensi chiudono in leggero calo, invertendo i recenti guadagni
Materie prime: l’oro sostenuto dalla rinnovata domanda di beni rifugio; trivellatori petroliferi avvertono che il caos legato a Trump potrebbe compromettere la produzione
Eventi macro: decisione sui tassi in Norvegia, dati sul commercio USA, richieste iniziali di sussidi di disoccupazione e vendite di case

BG SAXO Colazione con i mercati è una panoramica concisa sui mercati finanziari, con riferimenti alle principali notizie ed eventi.


Dati macro e notizie principali

Dazi doganali: Trump ha ipotizzato nuovi dazi su UE e Canada se questi agissero contro gli interessi degli Stati Uniti. Ha firmato un ordine che impone un dazio del 25% su tutte le auto non prodotte negli Stati Uniti, con entrata in vigore il 3 aprile
Ordinativi industriali USA: gli ordini di attrezzature per le imprese sono scesi inaspettatamente a febbraio, in un contesto di incertezza legata a dazi e politica fiscale. Gli ordinativi di beni capitali core sono diminuiti dello 0,3%, mentre le spedizioni sono aumentate dello 0,9%. Gli investimenti in macchinari e attrezzature dovrebbero rimbalzare nel trimestre, ma la crescita del PIL potrebbe comunque rallentare
Relazioni USA-Cina: Trump ha dichiarato che potrebbe considerare una riduzione dei dazi imposti alla Cina per ottenere il sostegno di Pechino alla vendita delle attività statunitensi di TikTok a un’azienda americana
Segnali misti dalla Fed: Neel Kashkari (Federal Reserve di Minneapolis) prevede che i tassi d’interesse potrebbero scendere entro uno o due anni, man mano che si attenuano le pressioni inflazionistiche. Al contrario, Alberto Musalem (Federal Reserve di St. Louis) avverte che l’inflazione legata ai dazi potrebbe persistere, spingendo la Fed a mantenere i tassi stabili, e sottolinea l’importanza di aspettative inflazionistiche ancorate
Cina – utili industriali: gli utili industriali sono diminuiti dello 0,3% nei primi due mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnalando che la ripresa dell’economia cinese resta fragile e potrebbe essere ostacolata da dazi in aumento e rischi deflazionistici. Un’inversione di tendenza negli utili è essenziale per incentivare le imprese a investire e assumere, stimolando così i consumi interni


Eventi macroeconomici in evidenza (orari in GMT)

09:00 – Decisione sui tassi in Norvegia
12:30 – PIL USA 4° trimestre (rivisto), Core PCE Price Index
12:30 – Bilancia commerciale USA – febbraio
12:30 – Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione – USA
14:00 – Vendite di case in attesa – febbraio – USA
14:30 – Scorte settimanali di gas naturale – EIA

Trimestrali

Mercoledì: Paychex, Cintas, Exor, Dollar Tree
Giovedì: Lululemon, Hennes & Mauritz, Walgreens Boots


Azioni

Stati Uniti: i Future sulle azioni statunitensi sono scesi bruscamente dopo che il presidente Trump ha annunciato un dazio del 25% sulle auto prodotte all’estero, con entrata in vigore il 2 aprile. General Motors (-6%) e Ford (-5%) hanno guidato i ribassi, con l’S&P 500 in calo dell’1,12%, il Nasdaq 100 in ribasso del 2,04% e il Dow in flessione dello 0,31%, a causa delle preoccupazioni legate alle vendite nel comparto tech. Tra i principali titoli in perdita figurano Tesla (-5,6%), Nvidia (-5,7%), Meta (-2,5%), Palantir (-4,4%) e Amazon (-2,2%). Il sentiment di mercato resta cauto, con timori per potenziali ripercussioni economiche più ampie e misure di ritorsione. Barclays ha rivisto al ribasso il target 2025 per l’S&P 500, da 6.600 a 5.900.
Europa: i mercati europei hanno chiuso in calo in risposta ai dazi statunitensi sulle auto, con lo Stoxx 50 in ribasso dell’1,4% e lo Stoxx 600 in calo dello 0,7%. Il settore auto (-2,5%) è stato fortemente penalizzato dall’annuncio, in particolare i produttori tedeschi Porsche, BMW, Mercedes, Volkswagen e Audi. Anche il DAX (-1,14%) e il CAC 40 (-0,97%) hanno chiuso in territorio negativo, colpiti sia dai timori legati ai dazi, sia da risultati societari deludenti, tra cui Michelin (-6,08%) e Infineon (-3,60%). Gli investitori restano prudenti in attesa dei dati su credito e massa monetaria dell’Eurozona.
Asia: i mercati asiatici hanno registrato prevalentemente ribassi, sulla scia delle rinnovate tensioni commerciali legate ai dazi USA sull’automobile. Il Nikkei giapponese ha perso l’1,1% a causa dei ribassi dei principali produttori come Toyota, Honda e Nissan. Anche il KOSPI sudcoreano è sceso dell’1% per motivi analoghi. Al contrario, l’Hang Seng di Hong Kong (+0,6%) e i mercati cinesi hanno mostrato resilienza, sostenuti dall’ottimismo sul settore tech locale e dall’attesa di nuovi stimoli economici. Tuttavia, il comparto tecnologico ha subito forti perdite: TSMC ha perso l’1,8% e Advantest è crollata del 7%, in scia alle preoccupazioni legate ai data center negli Stati Uniti.


Volatilità

Il VIX ha registrato un forte balzo (+7%), riflettendo l’aumento dell’incertezza sui mercati dopo l’annuncio dei dazi da parte di Trump, raggiungendo quota 18,45. Gli indicatori di volatilità a breve termine sono saliti in modo significativo (VIX1D +31,48%, VIX9D +10,83%), segnalando timori immediati sul mercato. I Future sul VIX sono lievemente aumentati, suggerendo un atteggiamento cauto in vista della pubblicazione dei dati su PIL e richieste di sussidi di disoccupazione.


Asset digitali

Le criptovalute hanno registrato lievi rialzi nonostante le tensioni generali sui mercati. Il Bitcoin è salito leggermente (+0,47%, a 87.329 USD), l’Ethereum ha guadagnato (+0,77%), così come gli altcoin XRP (+0,24%) e Solana (+1%). I titoli legati al mining di criptovalute sono invece crollati dopo che Microsoft ha cancellato i suoi investimenti in data center per l’IA, causando forti perdite per Riot (-7,17%) e CleanSpark (-6,99%). Le azioni GameStop sono scese dell’8% dopo l’annuncio di un piano di investimento in Bitcoin da 1,3 miliardi di dollari tramite emissione di obbligazioni convertibili.


Obbligazioni


I titoli del Tesoro USA hanno registrato perdite diffuse lungo tutta la curva, in seguito alla vendita di 70 miliardi di dollari in note a 5 anni, mentre è aumentata la domanda di opzioni sul SOFR da parte di investitori che puntano su una Fed ferma sui tassi. Il rendimento dei Treasury a 10 anni si attesta al 4,35%, mentre quello a 2 anni è rimasto stabile intorno al 4%, con un leggero bear steepening della curva 2s-10s, ora a 33,7 punti base. Giornata altalenante per i Gilt britannici: i rendimenti decennali sono scesi in un movimento di bull flattening, dopo che il piano di emissioni del DMO è risultato inferiore alle attese.


Materie prime

• I Future sul greggio sono saliti dopo che le scorte statunitensi sono calate al ritmo più forte da dicembre, rafforzando le aspettative di un mercato più stretto nel breve termine. Inoltre, un sondaggio della Fed di Dallas ha mostrato che il caos generato dai dazi di Trump e il tentativo di ridurre i prezzi stanno mettendo a rischio i piani di perforazione dei produttori, con il timore che la produzione USA possa calare poiché le aziende riducono i propri piani di spesa.
L’oro è salito grazie al ritorno della domanda di beni rifugio dopo l’annuncio da parte di Trump di una nuova serie di dazi, che ha innescato ulteriori ribassi sui mercati azionari. Anche Goldman Sachs ha alzato la propria previsione per il prezzo dell’oro a fine anno a 3.300 USD—in linea con l’outlook di Saxo—sostenuta dalla domanda da parte delle banche centrali e da consistenti afflussi negli ETF garantiti da oro fisico.
• Gli operatori nei mercati dei cereali e della soia attendono i report del governo USA su Prospective Planting e Quarterly Stocks, previsti per lunedì. Si prevede un aumento della superficie coltivata a mais, mentre per soia e grano si attende un calo. Per quanto riguarda le scorte, si prevede un calo annuo per il mais, mentre per la soia—e in particolare per il grano—è atteso un aumento.


Valute

Il dollaro statunitense (USD) si è rafforzato grazie ai titoli sui dazi, a dati migliori del previsto sugli ordini di beni durevoli e a un sentiment di rischio più contenuto. Il DXY ha raggiunto un massimo di due settimane a quota 104,65.
L’euro (EUR) è stato sotto pressione a causa delle minacce di nuovi dazi, con fonti che indicano che il Commissario europeo al Commercio Sefcovic prevede che il presidente Trump imporrà dazi di circa il 20% su tutti e 27 gli Stati membri dell’UE già dalla prossima settimana. L’EURUSD ha vissuto una giornata volatile, per poi scendere a seguito di un articolo del Financial Times, chiudendo in calo per il sesto giorno consecutivo.
La sterlina britannica (GBP) è scesa dopo un dato CPI del Regno Unito inferiore alle attese e la dichiarazione di primavera del Cancelliere Reeves, che ha evitato nuove imposte. L’OBR ha tagliato le stime di crescita del PIL e confermato un margine fiscale “molto limitato” pari a 9,9 miliardi di sterline. Il GBPUSD ha toccato un minimo a 1,2870 prima di rimbalzare nella notte.
Il dollaro canadese (CAD) si è rafforzato superando quota 1,43 contro il dollaro USA. I verbali della BoC hanno mostrato che il taglio di 25 punti base è stato motivato da minacce tariffarie e incertezza, nonostante alcuni membri avessero preferito mantenere i tassi invariati in attesa di maggiore chiarezza.
Lo yen giapponese (JPY) si è indebolito, con il dollaro favorito dalla salita dei rendimenti statunitensi, nonostante un certo sostegno derivante dai dati deboli sul PPI dei servizi giapponesi. L’USDJPY rimane intorno a quota 150,50, con il governatore della BoJ Ueda che prevede un allineamento dell’inflazione all’obiettivo del 2% man mano che si attenuano i fattori legati ai costi.

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