Rapida panoramica del mercato – 7 marzo 2025

BG SAXO
Rapida panoramica del mercato – 7 marzo 2025
Driver e catalizzatori di mercato
- Azioni: Il calo del settore tecnologico trascina al ribasso i mercati statunitensi; il DAX raggiunge un record; la riduzione dei dazi favorisce il settore automobilistico.
- Volatilità: Il VIX balza del 13,4% a causa dell’incertezza sui dazi; volatilità persistente in vista degli eventi macroeconomici.
- Asset digitali: BTC -4,8%; il piano di riserve Bitcoin di Trump delude; i deflussi dagli ETF crypto aumentano.
- Valute: L’USDJPY testa i minimi del ciclo dopo movimenti incerti. L’EURUSD sopra 1,0800.
- Obbligazioni: I rendimenti europei sono saliti ulteriormente prima di ritracciare nettamente dai massimi. Il decennale USA torna sotto il 4,25%.
- Materie prime: Le tensioni sui dazi spingono al rialzo i metalli industriali e preziosi.
- Eventi macro: Rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti per febbraio.
BG SAXO Colazione con i mercati è una panoramica concisa sui mercati finanziari, con riferimenti alle principali notizie ed eventi.
Dati macro e notizie principali
- Continua l’incertezza sull’approccio di Trump ai dazi dopo che il presidente ha firmato un emendamento alle tariffe su Messico e Canada, esentando i prodotti conformi all’USMCA fino al 2 aprile.
- La BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,50%, il tasso di rifinanziamento al 2,65% e il tasso sui prestiti al 2,90%. Questa mossa riduce il costo del credito e riflette le nuove valutazioni sull’inflazione. Le previsioni indicano un’inflazione media del 2,3% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026. Le stime di crescita sono state ridotte allo 0,9% per il 2025 e all’1,2% per il 2026 a causa della debolezza di esportazioni e investimenti.
- I datori di lavoro statunitensi hanno annunciato 172.017 tagli occupazionali a febbraio 2025, il dato più alto dal luglio 2020 e il più elevato per un mese di febbraio dal 2009. Tra i fattori chiave ci sono azioni governative, cancellazione di contratti, timori di guerre commerciali e fallimenti. Il settore pubblico ha registrato il numero maggiore di licenziamenti (62.242), seguito dal retail (38.956) e dalla tecnologia (14.554). I tagli totali dall’inizio dell’anno sono saliti a 221.812, il livello più alto dal 2009.
- Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 21.000 unità, attestandosi a 221.000 a fine febbraio, al di sotto delle 235.000 previste. Le richieste continuative sono aumentate di 42.000 unità, raggiungendo quota 1.897.000, vicino alla stima di 1.880.000, segnalando un mercato del lavoro ancora rigido. Le richieste da parte dei dipendenti federali sono aumentate di 1.020 a 1.634 a causa dei licenziamenti nel settore DOGE.
- Il deficit commerciale statunitense ha raggiunto un record di 131,4 miliardi di dollari a gennaio, segnando un incremento di 36 miliardi rispetto al mese precedente, a causa dell’anticipo degli ordini prima dell’entrata in vigore dei dazi. Le importazioni di metalli lavorati, tra cui lingotti di metalli preziosi, hanno rappresentato quasi il 60% dell’aumento mensile, con gli investitori che hanno accelerato le spedizioni verso i depositi di New York.
Principali eventi macro (orari GMT)
- 12:30 – Intervento del governatore della Riksbank svedese Thedéen
- 13:30 – Dati sull’occupazione in Canada (febbraio)
- 13:30 – Tasso di disoccupazione negli Stati Uniti (febbraio)
- 13:30 – Variazione dell’occupazione non agricola negli Stati Uniti (febbraio)
- 13:30 – Salario orario medio negli Stati Uniti (febbraio)
Trimestrali
- Oggi: Constellation Software
Prossima settimana:
- Lunedì: Oracle
- Martedì: Volkswagen, Viking Holdings
- Mercoledì: Adobe, Inditex, Rheinmetall, Lennar
- Giovedì: Docusign
- Venerdì: BMW, Daimler Truck
Azioni
Stati Uniti
Le azioni statunitensi sono crollate giovedì a causa dell’incertezza sulla politica commerciale, che ha scosso i mercati. L’S&P 500 (-1,78%), il Nasdaq (-2,61%) e il Dow Jones (-0,99%) hanno toccato i minimi di diversi mesi, trascinati dalla debolezza del settore tecnologico. Marvell Technology (-19,8%) ha pubblicato previsioni deludenti sulle vendite legate all’IA, facendo scendere Nvidia (-5,7%), Broadcom (-6,3%) e AMD (-2,8%). Il rinvio dell’ultimo minuto sui dazi annunciato da Trump non è riuscito a rassicurare gli investitori, con i timori di stagflazione e rallentamento della crescita ancora presenti. I futures indicano un modesto rimbalzo in vista della pubblicazione del rapporto sui Nonfarm Payrolls, che dovrebbe mostrare la creazione di 159.000 nuovi posti di lavoro. Broadcom (+12%) è balzata nell’after hours grazie a una solida guidance sulle spese in IA, mentre HP Enterprise (-20%) è crollata a causa di previsioni deludenti e tagli occupazionali.
Europa
I mercati europei hanno chiuso in modo contrastato. Il DAX (+1,67%) ha raggiunto un nuovo record a 23.380 punti, sostenuto dall'allentamento dei dazi sulle importazioni di auto. I titoli automobilistici sono saliti tra il 2,7% e il 5%, mentre Deutsche Post (+12%) è balzata in avanti grazie a un piano di riduzione dei costi. Lufthansa (+7%) ha registrato un forte rialzo su prospettive positive. Il FTSE 100 (-0,83%) ha faticato, appesantito da Melrose (-17,3%) e Rentokil (-10%). Il CAC 40 (+0,64%) ha chiuso in rialzo, trainato da Teleperformance (+6,98%) e ArcelorMittal (+6,6%). La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base, ma ha segnalato prudenza su ulteriori riduzioni, citando incertezze fiscali.
Asia
I mercati asiatici sono stati volatili, rispecchiando il calo di Wall Street. Il Nikkei giapponese (-2,1%), il TOPIX (-1,2%) e l’ASX 200 australiano (-1,6%) sono scesi mentre gli investitori reagivano ai cambi di rotta di Trump sulla politica commerciale. L’Hang Seng (-0,41%) ha ritracciato dopo aver toccato un massimo triennale a 24.468 punti, chiudendo comunque la settimana con un +6%, sostenuto dall’ottimismo sull’obiettivo del 5% di crescita del PIL cinese e sui piani di stimolo fiscale. Il KOSPI (-0,4%) ha perso terreno, penalizzato da SK Hynix (-1,4%) e Samsung Electronics (-0,4%). Nel fine settimana verranno pubblicati i dati CPI e PPI cinesi, con gli investitori attenti ai segnali sull’inflazione.
Volatilità
Il VIX (+13,4%) è balzato a 24,87, riflettendo le tensioni sui mercati dovute all’incertezza sui dazi di Trump e agli eventi macro in arrivo. Le oscillazioni intraday sono state marcate, con il VIX1D (+40,8%) che ha toccato 31,13. Gli analisti di UBS prevedono un aumento dei premi per il rischio e avvertono che un rapido calo della volatilità è improbabile. Le opzioni straddle sul VIX di aprile con call rialziste sono considerate una strategia favorevole per sfruttare la volatilità persistente. Con la pubblicazione dei Nonfarm Payrolls, i discorsi della Fed e l’intervento economico di Trump previsti per oggi, la volatilità implicita potrebbe rimanere elevata.
Asset digitali
Il Bitcoin (-4,8%) è sceso a 88.296 $, con le altcoin generalmente in calo, dopo che l’annuncio di Trump sulla creazione di una riserva strategica di Bitcoin non ha entusiasmato i mercati. La riserva sarà composta da BTC sequestrati (~200.000 BTC) ma non prevede acquisti da parte del governo, deludendo gli investitori. Ethereum (-5,1%), Solana (-4,6%) e XRP (stabile) hanno sofferto, mentre gli ETF crypto hanno registrato deflussi record. La base dei future CME è rimasta debole, segnalando una maggiore cautela istituzionale. Tutti gli occhi sono puntati sul summit della Casa Bianca sulle criptovalute previsto per oggi, dove Trump potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla sua politica in materia.
Obbligazioni
- I rendimenti europei sono aumentati ulteriormente ieri prima che il mercato trovasse supporto, con il rendimento del Bund tedesco a 10 anni che ha toccato il 2,93% durante la sessione prima di ritracciare di 10 punti base in chiusura. Le indicazioni della BCE sulla politica monetaria futura sono apparse leggermente restrittive, con la banca centrale che non vuole pre-impegnarsi a nuovi tagli dei tassi. Tuttavia, il mercato continua a prevedere altri due tagli nel corso dell’anno, dato che le prospettive di crescita restano deboli.
- Negli Stati Uniti, i rendimenti dei Treasury hanno raggiunto nuovi massimi settimanali prima di ripiegare in attesa della pubblicazione del rapporto sui Nonfarm Payrolls di oggi. Questa mattina, il rendimento del titolo a 2 anni si attesta al 3,93%, mentre il 10 anni è al 4,24%, dopo aver toccato un picco del 4,34% ieri.
Materie prime
- Il settore delle materie prime si avvia verso un guadagno settimanale, principalmente grazie al rialzo dei metalli preziosi e industriali. Le preoccupazioni sui dazi hanno spinto al rialzo i prezzi dei future sul COMEX di New York. Nel comparto energetico, il calo persistente del petrolio e dei prodotti raffinati, dovuto alle preoccupazioni sulla domanda globale, è stato compensato dalla crescita del gas naturale, mentre le contromisure cinesi ai dazi di Trump hanno penalizzato il settore agricolo, in particolare il mais.
- I prezzi del petrolio sono diretti verso la loro peggior perdita da ottobre, con il Brent vicino a un minimo di quattro anni sotto i 70 $, appesantito dai timori che le politiche commerciali di Trump possano frenare la crescita globale e dal piano dell’OPEC+ di aumentare gradualmente la produzione a partire dal prossimo mese. Un ulteriore indebolimento potrebbe costringere i produttori ad alto costo a ridurre l’attività, fornendo infine un supporto ai prezzi.
- A New York, i prezzi del rame continuano a essere scambiati con un premio vicino al 10% rispetto a Londra, mentre i trader cercano di stimare il livello definitivo dei dazi sulle importazioni, che potrebbero arrivare fino al 25%. Per ora, il premio rimane stabile, con gli operatori di arbitraggio che – come per l’oro e l’argento – spostano il rame verso New York per sfruttare questa differenza di prezzo.
Valute
- La correzione del forte rally dell’euro è stata molto limitata su EURUSD, con la coppia che ha toccato un massimo di 1,0853 ieri prima di scendere a 1,0766 nella notte, per poi risalire ben oltre 1,0800 nelle prime ore di scambi in Europa. L’EURCHF è stato molto più volatile in termini relativi, scendendo fino a 0,9515 dopo aver registrato un massimo di 0,9636 ieri.
- Con il miglioramento del mercato obbligazionario ieri, lo yen giapponese ha recuperato terreno e l’USDJPY è sceso nuovamente verso i minimi di ciclo intorno a 147,40.
- La decisione di Trump di posticipare l’imposizione di nuovi dazi su Messico e Canada nell’ambito dell’accordo USMCA, inclusi quelli sulle auto, ha favorito il peso messicano (MXN) e il dollaro canadese (CAD), che si sono rafforzati rispetto al dollaro statunitense.