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Rapida panoramica del mercato – 19 dicembre 2025

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Rapida panoramica del mercato – 19 dicembre 2025


Fattori e catalizzatori di mercato

  • Azionario: Gli indici statunitensi ed europei salgono grazie a un'inflazione più contenuta e alla stabilità delle banche centrali, mentre Hong Kong registra un lieve rialzo su dati cinesi ancora incerti
  • Volatilità: Il VIX resta stabile, SKEW elevato, rischio PCE e tripla scadenza tecnica
  • Asset digitali: BTC solido, ETH debole a causa dei flussi; deflussi dagli ETF su ETHA
  • Obbligazioni: I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni salgono ai massimi da decenni dopo l’aumento dei tassi della Bank of Japan
  • Valute: JPY si indebolisce dopo il rialzo aggressivo della BoJ; la sterlina si rafforza dopo indicazioni meno accomodanti del previsto da parte della BoE
  • Materie prime: Prosegue la divergenza tra metalli ed energia; crollo di caffè e zucchero per l’abbondante offerta
  • Eventi macro: Sentiment Università del Michigan (dato finale di dicembre USA)

Titoli macro principali

  • La Bank of Japan ha aumentato il tasso di riferimento allo 0,75%, come previsto, il livello più alto da 30 anni, segnalando ulteriori rialzi possibili se le condizioni lo consentiranno, grazie a una crescente probabilità di realizzazione dello scenario economico. I rendimenti dei JGB giapponesi sono aumentati bruscamente: il decennale ha superato 2,02%, il massimo dal 1999.
  • L’inflazione USA è scesa al 2,7% a dicembre 2025, il livello più basso da luglio e inferiore alle attese. Gli economisti concordano tuttavia che i dati sono stati influenzati dallo shutdown governativo da record, che ha limitato la capacità del Bureau of Labor Statistics di raccogliere i prezzi, generando anomalie in alcune categorie.
  • L’inflazione annuale giapponese è calata al 2,9% a novembre 2025 dal 3,0% di ottobre. L’inflazione core si è mantenuta al 3,0%, in linea con le attese. Il CPI mensile è aumentato dello 0,4%, come in ottobre e al livello più alto degli ultimi otto mesi.
  • La BCE ha mantenuto i tassi invariati per la quarta riunione consecutiva. La presidente Lagarde ha dichiarato che non si è discusso di variazioni di tassi, puntando su un approccio flessibile in un contesto incerto. La crescita è stimata all’1,4% nel 2025 e 2027, con un’inflazione prevista al 2,1% nel 2025 e in lieve calo successivamente, con una revisione al rialzo per il 2026 legata ai servizi.
  • La Bank of England ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base al 3,75%, rispondendo alla pressione economica e al rallentamento dell’inflazione. La decisione è stata presa con una maggioranza risicata, e ulteriori tagli dipenderanno dall’andamento dei prezzi. L’inflazione nel Regno Unito è scesa al 3,2% a novembre, sotto le attese, in un contesto di contrazione del PIL e rallentamento della crescita salariale.
  • Goolsbee della Fed riconosce dati favorevoli sull’inflazione ma invita alla cautela sui tagli rapidi, chiedendo segnali più sostenuti di disinflazione. Ha sottolineato il raffreddamento graduale del mercato del lavoro e ha affermato che i tassi potrebbero scendere in modo significativo se l’inflazione si avvicinerà al 2%.

Principali eventi macro (orari in GMT)

0700 – Vendite al dettaglio Regno Unito (novembre)
1500 – Fiducia dei consumatori Eurozona (dicembre)
1500 – Vendite di case esistenti USA (novembre)
1500 – Sentiment Università del Michigan (dicembre, dato finale USA)

Trimestrali

  • Oggi: Paychex, Carnival Corporation
 

Azionario

  • USA: Lo S&P 500 sale dello 0,8% a 6.774,76, il Nasdaq Composite guadagna 1,4% a 23.006,36 e il Dow Jones Industrial Average avanza dello 0,1% a 47.951,85. Micron balza del 10,2% dopo previsioni sorprendenti legate alla scarsa offerta di memoria ad alta larghezza di banda per i server AI; Nvidia guadagna 1,9%. Trump Media vola del 42% dopo una fusione da 6 miliardi di dollari con TAE Technologies, mentre Oracle sale del 5,4% after hours dopo l’accordo con TikTok per una joint venture negli USA. Nike perde il 10,7% a causa del persistere della debolezza nelle vendite in Cina.
  • Europa: Lo STOXX Europe 600 cresce dell’1,0% a 585,35 e l’Euro STOXX 50 guadagna l’1,1% a 5.741,71, mentre il FTSE 100 sale dello 0,7% a 9.837,77 dopo che la BCE ha mantenuto i tassi e la BoE li ha tagliati di 25 punti base. ASML rimbalza del 2,1%, Inditex sale del 2,6% e H&M del 3,6%, sostenute dal calo dei rendimenti; Novo Nordisk scende dell’1,3% per la cautela degli investitori sulla corsa al farmaco anti-obesità. Ora l’attenzione si sposta sui dati in arrivo su attività e inflazione per valutare se il trend accomodante continuerà nel 2026.
  • Asia: L’Hang Seng di Hong Kong chiude in lieve rialzo dello 0,1% a 25.498,13, trainato dai titoli finanziari, mentre gli investitori valutano i nuovi dati cinesi. La disoccupazione giovanile (16-24 anni, esclusi gli studenti) è scesa al 16,9% a novembre; le entrate fiscali da gennaio a novembre sono cresciute dello 0,8% e la spesa pubblica dell’1,4%, confermando un supporto politico costante ma non eccezionale. ZTO Express sale del 2,5%, Prada del 2,3%, Techtronic dell’1,5% e Henderson Land dell’1,3%. Ora i riflettori sono puntati sui prossimi dati e su eventuali novità fiscali dalla Cina.

Volatilità

  • La volatilità di mercato continua a diminuire verso fine anno, con il VIX che chiude a 16,87 e gli indicatori di breve periodo (VIX1D 15,78, VIX9D 13,92) in calo. Nonostante la calma apparente, la "tripla scadenza tecnica" di oggi potrebbe generare rumore intraday mentre si chiudono posizioni rilevanti. L’indice SKEW resta elevato a 155,4, segnale che gli investitori continuano a cercare protezione dai rischi di coda, pur in assenza di shock macro imminenti. I dati sul sentiment (Università del Michigan) e l’inflazione PCE in uscita oggi potrebbero causare un repricing della volatilità se divergessero dalle attese.
  • Il mercato delle opzioni prezza un movimento atteso di ±45,6 punti sull’SPX (~0,67%) in chiusura. Per le opzioni in scadenza oggi (0DTE), le put at-the-money mostrano una volatilità implicita del 24,6% contro il 18,8% delle call: un segnale di lieve inclinazione ribassista.

Asset digitali

  • Bitcoin si mantiene vicino agli 87.000 USD, in rialzo di quasi 1,9% nella giornata, mentre ether scambia poco sotto i 3.000 USD. Solana e XRP hanno segnato guadagni modesti, ma i flussi negli ETF raccontano una storia più sfumata. IBIT ha registrato deflussi per -0,75 il 18 dicembre, ETHA ha perso -0,32 e gli ETF spot su ether hanno visto uscite per quasi 100 milioni di USD, indicando fragilità nel sentiment su ETH. Il comparto crypto resta stabile, ma la domanda degli investitori rimane selettiva, soprattutto tra gli altcoin.
  • Il tono difensivo si è esteso anche alle azioni e agli ETF legati al mondo crypto. I flussi sulle opzioni sono stati dominati da put deep in-the-money su COIN, MSTR e IBIT, probabilmente per copertura delta o protezione di portafoglio più che per speculazione ribassista. L’unica eccezione è CORZ, dove sono state acquistate call deep ITM, forse come strategia sostitutiva dell’equity. In sintesi: gli investitori preferiscono protezione e gestione dell’esposizione rispetto a un atteggiamento risk-on generalizzato.

Obbligazioni

  • I rendimenti dei Treasury USA sono scesi in seguito ai dati CPI molto deboli, anche se la pubblicazione ha sollevato numerosi dubbi a causa dello shutdown del governo a ottobre. Nel corso della giornata, i Treasury sono tornati a scendere, annullando il movimento iniziale: il rendimento del 2 anni è risalito al 3,47% e il decennale si è riportato quasi invariato al 4,14%, ancora all’interno del range delle ultime due settimane.
  • I titoli di Stato giapponesi hanno registrato nuovi massimi pluridecennali dopo l’aumento dei tassi da parte della BoJ, con il decennale che ha superato il massimo del 2006 di 2,015% e ha scambiato sopra il 2,02% venerdì, livello più alto dal 1999. La guidance aggressiva ha spinto anche i rendimenti di breve termine: il 2 anni ha toccato l’1,10%, massimo dal 2007, in attesa della conferenza stampa del governatore Ueda.

Materie prime

  • L’indice Bloomberg Commodity Index (BCOM) ha chiuso in calo per la seconda settimana consecutiva, a causa delle perdite diffuse nell’energia — guidate dal gas naturale — e nell’agricoltura, che hanno più che compensato i guadagni nei metalli industriali e preziosi. I prezzi dell’energia sono calati su tutta la linea, nonostante le tensioni geopolitiche, mentre grano, zucchero e caffè hanno subito forti ribassi.
  • L’indice BCOM è ancora in rialzo del 14% da inizio anno, grazie soprattutto alla performance di rame, alluminio, oro e argento, con il sottoindice dei metalli preziosi in rotta per un +75% annuo. Platino e palladio, esclusi dal BCOM, hanno registrato rialzi a doppia cifra questa settimana.
  • I future sull’arabica sono crollati ai minimi di quattro mesi dopo che l’USDA ha rivisto al rialzo la produzione prevista per il 2025–26 a un record di 178,8 milioni di sacchi, portando l’offerta prevista sopra la domanda globale, anch’essa ai massimi storici a 174 milioni.
  • Ribasso anche per i future sullo zucchero dopo che l’India ha segnalato che potrebbe esportarne più del previsto, prolungando una correzione che ha ridotto i prezzi di circa il 25% da inizio anno.

Valute

  • Lo yen giapponese è sceso dopo l’aumento dei tassi da parte della Bank of Japan, mentre i rendimenti dei JGB sono saliti su tutta la curva. La BoJ ha affermato che la politica resta accomodante e che è "altamente probabile che si mantenga il meccanismo di crescita moderata di salari e prezzi", lasciando spazio a ulteriori aumenti. Il governatore Ueda ha parlato in conferenza stampa mentre lo USDJPY è volato ben oltre 156,00 e l’EURJPY ha raggiunto nuovi massimi storici sopra 183,00.
  • Il dollaro USA ha chiuso la giornata al rialzo, dopo una fase altalenante. L’EURUSD ha toccato 1,1760 dopo i dati CPI USA, ma il movimento si è esaurito e il cambio è tornato verso 1,1720. La sterlina si è rafforzata giovedì in seguito al taglio dei tassi da parte della BoE, deciso con una maggioranza minima (5-4), e a una guidance meno dovish del previsto, con il governatore Bailey che ha segnalato margini limitati per ulteriori tagli. I tassi brevi UK hanno parzialmente ritracciato la reazione ai dati CPI. EURGBP è sceso verso 0,8760 dopo aver sfiorato 0,8800.

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