Previsioni Oltraggiose
Oro alla patria? No, questa volta oro ai cittadini
Ruben Dalfovo
Investment Strategist
Investment Strategist
Riassunto: L’Italia vende il 25% dell’oro, crea un fondo sovrano 100% azioni globali, reinveste i dividendi per 10 anni, poi ne destina metà a welfare senza nuove tasse.
L’idea è semplice: trasformare un attivo fermo in un motore di reddito. Le azioni, nel lungo periodo, battono ogni altro asset. L’oro è vicino ai massimi storici e l’Italia ha una delle riserve più grandi al mondo. Non svendiamo l’argenteria: la mettiamo a lavorare.
Il veicolo è un fondo sovrano con governance indipendente, costi bassi e mandato chiaro. Primo decennio: accumulo puro, tutti i dividendi si reinvestono. Dall’anno 11: il 50% dei dividendi finanzia sanità, scuola e pensioni, il resto continua a capitalizzare. Spendi il flusso, non il capitale.
Perché adesso: si monetizza una parte di oro a valutazioni elevate e si aggancia la crescita globale delle imprese. La regola semplice rende il progetto credibile agli occhi di cittadini e mercati. La disciplina vale più del genio.
Il precedente c’è. La Norvegia ha dimostrato che risorse finite possono diventare reddito ricorrente con regole stabili. Noi copiamo il metodo, non i capricci. Niente scelte politiche sui singoli titoli. Ribilanciamenti automatici. Reporting trasparente. Obiettivi misurabili, mani lontane dal timone.
Rischi e argini: la volatilità c’è, ma l’orizzonte lungo la addomestica. Il rischio di partire nel momento sbagliato si riduce con 10 anni di accumulo. Le vendite d’oro sono graduali e coordinate per non stressare il mercato. La pazienza è un vantaggio competitivo.
“Un lingotto in cassaforte non paga una borsa di studio. Un fondo che investe nel lungo periodo sì.”