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Rapida panoramica del mercato – 10 aprile 2025

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BG SAXO

Rapida panoramica del mercato – 10 aprile 2025


Fattori trainanti e catalizzatori di mercato

Azioni: la sospensione dei dazi scatena guadagni storici; i titoli tech guidano; cautela sulle tensioni USA-Cina
Volatilità: il VIX segna un calo record; persiste l’incertezza di breve periodo
Asset digitali: forte rimbalzo delle criptovalute; ottimismo crescente tra gli investitori istituzionali; l’approvazione degli ETF migliora il sentiment
Valute: il dollaro USA è salito rispetto alle valute rifugio, ma ha perso terreno contro quelle pro-cicliche in seguito al rinvio dei dazi da parte di Trump; il movimento si è però invertito durante la notte
Obbligazioni: i rendimenti statunitensi a breve termine sono saliti bruscamente poiché la sospensione parziale dei dazi di Trump è vista come poco probabile a giustificare un taglio dei tassi da parte della Fed. I rendimenti dei Treasury USA a lungo termine hanno invertito la rotta dopo aver toccato i massimi
Materie prime: rimbalzo pro-ciclico guidato da rame e gas. L’impennata dell’oro lancia un segnale di allerta
Eventi macro: CPI USA di marzo, richieste settimanali di sussidi di disoccupazione USA, asta dei T-Bond USA a 30 anni

BG SAXO Colazione con i mercati è una panoramica concisa sui mercati finanziari, con riferimenti alle principali notizie ed eventi.


Dati macro e notizie principali

La Cina ha risposto ai più recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump aumentando del 50% le proprie tariffe su tutte le importazioni dagli Stati Uniti, portando il dazio complessivo all’84%.
• Il presidente USA Donald Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni sull’aumento dei dazi reciproci che da mercoledì colpiscono decine di partner commerciali, mentre ha aumentato al 125% le tariffe sulla Cina, decisione che ha giustificato con il “mancato rispetto dimostrato dalla Cina verso i mercati mondiali”. Trump ha affermato che la sua decisione di sospendere i dazi è stata influenzata dall’elevata volatilità del mercato obbligazionario. Ha lasciato intendere che potrebbero essere raggiunti accordi con la Cina e l’UE, ha sottolineato la flessibilità delle misure tariffarie e ha considerato esenzioni per alcune aziende statunitensi, elogiando nel contempo il “bellissimo” mercato obbligazionario.
I verbali della riunione della Fed di marzo 2025 indicano che i policymaker si aspettano che i dazi aumentino l’inflazione, anche se permane incertezza sull’entità e sulla durata dell’impatto. La maggior parte dei membri prevede pressioni inflazionistiche potenzialmente persistenti, con rischi inflazionistici al rialzo e rischi occupazionali al ribasso.


Eventi macroeconomici principali (orari in GMT)

12:30 – CPI USA di marzo
12:30 – Richieste iniziali settimanali di sussidi di disoccupazione (USA)
13:00 – Intervento di Breeden della Banca d’Inghilterra
14:30 – Dati settimanali sullo stoccaggio di gas naturale (EIA)
16:00 – Prospettive energetiche a breve termine (EIA)
17:00 – Il Tesoro USA vende 22 miliardi USD in obbligazioni trentennali
18:00 – Bilancio federale degli Stati Uniti

Trimestrali

• Oggi: Tesco
• Venerdì: JP Morgan, Wells Fargo, Morgan Stanley, Blackrock, Bank of New York Mellon, Fastenal

Settimana prossima
• Lunedì: Goldman Sachs
• Martedì: Johnson & Johnson, Bank of America
• Mercoledì: ASML, Abbot Laboratories, Progressive Corporation
• Giovedì: TSMC, UnitedHealth, Netflix, American Express, Blackstone, Charles Schwab, Marsh & McLennan, ABB


Azioni

USA: le azioni statunitensi hanno registrato guadagni storici mercoledì dopo l’annuncio del presidente Trump di una sospensione di 90 giorni dei dazi per i Paesi che non hanno adottato misure di ritorsione. L’S&P 500 è balzato del 9,52%, il Dow Jones è salito del 7,87% e il Nasdaq è volato del 12,16%, segnando la migliore performance giornaliera dal 2001. I titoli tech hanno guidato il rally: Nvidia (+18,7%), Tesla (+22,7%), Apple (+15,3%), Meta (+14,8%) e Amazon (+12%). Tuttavia, i Future USA sono leggermente scesi giovedì mattina, riflettendo un rinnovato clima di incertezza legato alla disputa commerciale in corso con la Cina, dove i dazi sono saliti bruscamente fino al 125%.

Europa: i Future europei sono balzati grazie alla sospensione dei dazi annunciata da Trump: i Future sull’Euro Stoxx 50 sono saliti dell’8,1%, mentre quelli sul DAX tedesco hanno guadagnato il 7,8%. In precedenza, le Borse europee avevano chiuso in forte calo a causa delle tensioni commerciali: DAX (-3%), CAC 40 (-3,34%) e FTSE 100 (-2,92%). Le perdite sono state guidate dai settori farmaceutico, automobilistico ed energetico. In Germania, l’accordo di coalizione tra CDU/CSU e SPD ha migliorato il sentiment degli investitori, aprendo la strada a maggiori investimenti in infrastrutture e difesa.

Regno Unito: il FTSE 100 è crollato del 2,92% mercoledì, toccando un nuovo minimo a 52 settimane, sotto pressione a causa dell’inasprimento delle tensioni commerciali e della debolezza del settore farmaceutico. AstraZeneca (-6,82%) è stata particolarmente colpita dalle possibili tariffe sui farmaci minacciate da Trump. Anche BP e Shell hanno registrato forti ribassi, in seguito alla revoca delle licenze statunitensi relative ai loro progetti di gas in Venezuela. JD Sports ha fatto eccezione, salendo del 10% dopo aggiornamenti positivi sulle vendite.

Asia: i mercati asiatici sono rimbalzati con forza giovedì dopo la sospensione dei dazi USA. Il Nikkei giapponese è balzato di oltre l’8%, il KOSPI sudcoreano è salito del 6% e l’Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato quasi il 3%. Anche i mercati cinesi sono saliti nonostante l’aumento dei dazi statunitensi, sostenuti da interventi statali e operazioni di buyback. I settori tecnologico e industriale hanno guidato i guadagni in tutta la regione, con Samsung (+5%) e SK Hynix (+10%) in evidenza. Tuttavia, gli analisti hanno avvertito che permangono rischi di fondo legati alle persistenti tensioni tra Cina e Stati Uniti.


Volatilità

La volatilità è crollata bruscamente mentre i mercati rimbalzavano. Il VIX è sceso del 35,75%, chiudendo a 33,62, segnando il più grande calo giornaliero mai registrato, dopo l’annuncio di Trump sulla sospensione di 90 giorni dei dazi. Nonostante la flessione, gli indicatori di volatilità a breve termine (VIX1D e VIX9D) restano elevati, riflettendo l’incertezza persistente legata agli sviluppi del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina e ai dati economici in arrivo, tra cui il CPI e le trimestrali del settore finanziario.


Asset digitali

Il Bitcoin ha sfiorato brevemente quota 82.000 USD giovedì, guidando un forte rimbalzo del mercato crypto favorito dall’attenuazione delle tensioni generali. XRP ed Ether sono saliti entrambi di circa il 12%, spinti dalla sospensione dei dazi USA. I titoli legati alle criptovalute sono balzati: Coinbase (+16,9%) e Marathon Digital (+17%). L’approvazione da parte della SEC delle opzioni su ETF Ether ha ulteriormente sostenuto il sentiment di mercato, evidenziando l’interesse degli investitori istituzionali.


Obbligazioni

I rendimenti dei Treasury statunitensi a breve termine sono saliti bruscamente dopo l’annuncio di Trump della sospensione di 90 giorni di alcuni dazi. Questo movimento riflette soprattutto un rientro delle aspettative su ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed, con il rendimento del titolo a 2 anni tornato nella fascia osservata tra febbraio e marzo – attestandosi al 3,87% questa mattina, rispetto al minimo del 3,43% di venerdì scorso.
I rendimenti dei Treasury USA a lungo termine sono scesi dopo aver toccato picchi vicini al 4,5% sul benchmark decennale e al 5,0% sul trentennale, ma hanno reagito in misura minore alla notizia del rinvio di alcuni dazi da parte di Trump.
I differenziali dei titoli high-yield statunitensi si sono ristretti ieri, in un contesto generale di propensione al rischio. Secondo una misura di Bloomberg, lo spread tra obbligazioni high-yield e Treasury USA si è ridotto di 27 punti base, portandosi a 426 punti base.


Materie prime

I mercati delle materie prime sono balzati dopo l’annuncio di Trump sulla sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci, riducendo i timori di una recessione globale che avrebbe colpito la domanda. A guidare i rialzi sono stati rame e gas, entrambi in crescita di oltre il 7%, mentre il petrolio ha recuperato quasi otto dollari da un minimo quadriennale registrato all’inizio della seduta, e l’argento è salito del 5%.
• Con mercati ancora ostaggio degli annunci imprevedibili della Casa Bianca, è troppo presto per definire un punto di svolta per le materie prime pro-cicliche nei settori dell’energia e dei metalli industriali. Tuttavia, la pausa tariffaria offre agli operatori un’occasione per rivalutare uno scenario ribassista che ormai è stato in gran parte prezzato.
• Il rally dell’oro, arrivato a meno di 50 USD dal massimo storico della scorsa settimana, lancia un chiaro segnale di allerta: nonostante la pausa sui dazi, permangono preoccupazioni di fondo. Le tensioni geopolitiche ed economiche, il crescente indebitamento fiscale e la costante domanda da parte delle banche centrali continuano a sostenere i metalli preziosi.
L’argento ha mantenuto il proprio valore nonostante il rally dell’oro, suggerendo che la fase di deleveraging sia ormai terminata. Ha inoltre beneficiato dell’impennata del rame, favorita dalle aspettative di nuovi stimoli economici in arrivo dalla Cina.


Valute

Il rinvio da parte del presidente Trump dei dazi più punitivi (esclusa la Cina) ha determinato un forte apprezzamento del dollaro USA rispetto alle valute rifugio come JPY, CHF e persino l’euro nella giornata di ieri, mentre ha subito un deciso calo rispetto alle valute pro-cicliche, in particolare AUD e, in misura minore, NOK tra le valute del G10. A titolo di riferimento, la coppia AUDJPY ha mostrato un’escursione superiore al 4% nella seduta di ieri.
• Il cambio USD-JPY è salito da un minimo di 144,00 ieri fino a superare i 148,00 in un momento, per poi correggere al ribasso durante la sessione asiatica – attestandosi a 146,65 al momento della scrittura.
• Il cambio USD-CNH è tornato all’interno del range al di sotto del livello chiave di 7,375, recentemente superato per breve tempo. La volatilità è rimasta contenuta rispetto ad altri tassi di cambio legati al dollaro, anche dopo l’aumento dei dazi al 125% sulle importazioni cinesi da parte di Trump.

Crediti e Disclaimer

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