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Rapida panoramica del mercato – 11 aprile 2025

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BG SAXO

Rapida panoramica del mercato – 11 aprile 2025


Fattori trainanti e catalizzatori di mercato

Azioni: aumentano i dazi tra Stati Uniti e Cina; forti ribassi per i titoli tecnologici; l’Europa rimbalza grazie all’ottimismo su una possibile pausa tariffaria
Volatilità: impennata del VIX; forti picchi di volatilità intraday; PPI e trimestrali bancarie determinanti
Asset digitali: la volatilità del Bitcoin scende sotto quella dell’S&P 500; in rialzo Ethereum e Solana; difficoltà per i titoli crypto
Valute: il dollaro statunitense è stato duramente colpito ieri e durante la notte e sembra ora funzionare come barometro generale del sentiment di rischio
Obbligazioni: i rendimenti dei Treasury USA si avvicinano ai massimi della forchetta nella parte lunga della curva, suggerendo tensioni sulla liquidità
Materie prime: l’oro tocca un nuovo massimo storico mentre gli asset statunitensi calano
Eventi macro: PPI USA di marzo, dati preliminari di aprile sul sentiment dell’Università del Michigan, interventi dei membri della Fed USA

BG SAXO Colazione con i mercati è una panoramica concisa sui mercati finanziari, con riferimenti alle principali notizie ed eventi.


Dati macroeconomici e notizie principali

La Casa Bianca ha dichiarato che i dazi USA sulla Cina raggiungono ora il 145% dopo l’ultimo aumento. Secondo la CNN, il dazio “reciproco” del 125% annunciato da Trump si aggiunge al dazio esistente del 20%. Secondo Gasparino di FBN, l’amministrazione Trump potrebbe inoltre procedere alla rimozione dei titoli delle società cinesi quotate dalle borse statunitensi, una questione che il nuovo presidente della SEC, Paul Atkins, dovrebbe affrontare all’inizio del suo mandato.
I caotici annunci di dazi del presidente Trump continuano a minare la fiducia nell’economia statunitense. Meno di 24 ore dopo la sospensione temporanea dei dazi reciproci (esclusa la Cina) per evitare un crollo dei mercati finanziari, sono riprese le vendite che hanno colpito azioni, obbligazioni e il dollaro USA. Gli investitori stanno ritirando capitali dagli asset statunitensi, favorendo franco svizzero, euro, yen e soprattutto oro, che ha toccato un nuovo massimo record a 3.220 USD overnight.
Il CPI di marzo negli Stati Uniti è risultato più debole delle attese su tutti i fronti, con un dato headline pari a -0,1% su base mensile e +2,4% su base annua, contro aspettative di +0,1% / +2,5% rispettivamente, e rispetto al +2,8% YoY di febbraio. Il CPI core (esclusi alimentari ed energia) si è attestato a +0,1% MoM e +2,8% YoY, contro +0,3% / +3,0% attesi e +3,1% YoY a febbraio.


Principali appuntamenti macro (orari in GMT)

12:30 – PPI USA di marzo
14:00 – Dato preliminare di aprile sul sentiment dell’Università del Michigan
14:00 – Intervento di Musalem (Fed) sull’economia e la politica monetaria USA
15:00 – Intervento di Williams (Fed) sulle prospettive economiche e la politica monetaria

Trimestrali

• Oggi: JP Morgan, Wells Fargo, Morgan Stanley, Blackrock, Bank of New York Mellon, Fastenal
Prossima settimana:
• Lunedì: Goldman Sachs
• Martedì: Johnson & Johnson, Bank of America
• Mercoledì: ASML, Abbot Laboratories, Progressive Corporation
• Giovedì: TSMC, UnitedHealth, Netflix, American Express, Blackstone, Charles Schwab, Marsh & McLennan, ABB


Azioni

Stati Uniti: le azioni statunitensi sono crollate giovedì, annullando la maggior parte dei guadagni del rally di mercoledì a causa dell'intensificarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con i dazi aumentati fino al 145%. L’S&P 500 ha perso il 3,46%, il Nasdaq è sceso del 4,31% e il Dow Jones ha lasciato sul terreno oltre 1.000 punti (-2,50%). I titoli tecnologici hanno guidato i ribassi, in particolare Tesla (-10%), mentre Nvidia, Apple e Amazon hanno perso ciascuna oltre il 6,5%. I titoli energetici come Chevron ed Exxon Mobil sono scesi di circa il 6% in scia al calo dei prezzi del petrolio, alimentando i timori di recessione. Gli investitori restano cauti in vista delle importanti trimestrali bancarie e dei dati sul sentiment dei consumatori statunitensi attesi oggi.

Europa: le borse europee hanno registrato forti rialzi giovedì, grazie all’allentarsi delle tensioni commerciali dopo la sospensione reciproca dei dazi tra UE e Stati Uniti per 90 giorni, innescando rally diffusi in tutti i settori. Lo STOXX 50 ha guadagnato il 4,4%, il DAX è salito del 4,53%, il CAC 40 ha chiuso a +4,25% e il FTSE 100 è avanzato del 3,20%. Banche, tecnologia e industria sono stati i settori trainanti, riflettendo l’ottimismo legato alla ripresa delle trattative commerciali. Tra i titoli in evidenza figurano SAP (+7,21%), Deutsche Bank (+7,15%) e Barclays (+8,10%). Gli investitori rimangono attenti all’incertezza che ancora grava sul commercio globale e al suo impatto sul sentiment.

Regno Unito: il FTSE 100 è salito con forza giovedì (+3,20%), segnando la sua miglior giornata dal 2020, spinto dall’ottimismo sulla sospensione dei dazi. I settori finanziario e delle materie prime ne hanno beneficiato significativamente, con Barclays (+7,99%) e Anglo American (+7,7%) in testa ai rialzi. Le azioni Tesco sono invece scese del 4,89% dopo una guidance prudente sugli utili, a causa delle forti pressioni concorrenziali nel settore della grande distribuzione. Nonostante il forte rimbalzo, gli operatori di mercato rimangono vigili sulle persistenti preoccupazioni commerciali ed economiche.

Asia: i mercati asiatici hanno registrato ribassi venerdì a seguito dell’escalation delle tensioni sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Il Nikkei giapponese ha perso inizialmente quasi il 5%, penalizzato dalla sua forte esposizione al commercio globale, mentre l’Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,5%, interrompendo una serie positiva di tre sedute. Il KOSPI sudcoreano ha perso l’1,54%, trascinato al ribasso dai titoli tecnologici e automobilistici. Gli indici cinesi continentali hanno mostrato maggiore resilienza, sostenuti dagli acquisti dei fondi statali e dalle discussioni su nuove misure di stimolo, nonostante l’aumento dei dazi. I mercati restano in attesa dei dati commerciali cinesi, che potrebbero influenzare ulteriormente il sentiment.


Volatilità

La volatilità è aumentata bruscamente giovedì, con il VIX in netto rialzo fino a chiudere a 40,72 (+21,12%), spinto dalle rinnovate paure legate al commercio e dalle vendite sui mercati azionari. Gli indicatori a breve termine hanno segnato aumenti rilevanti (VIX1D +12,04%, VIX9D +25,89%), segnalando un forte nervosismo tra gli operatori. La volatilità del Nasdaq 100 è salita significativamente (+25%) in scia alle forti perdite del settore tecnologico. L’andamento della volatilità odierna dipenderà dai dati PPI USA e dalle trimestrali delle principali istituzioni finanziarie, elementi cruciali per il sentiment degli investitori.


Asset digitali

Il Bitcoin ha esteso i guadagni (+1,85%), superando gli 81.000 USD, con una volatilità scesa sotto quella dell’S&P 500, segnalando un’evoluzione del suo ruolo come copertura low-beta rispetto all’azionario. Ethereum è salito moderatamente (+2,06%), mentre Solana ha registrato un movimento rilevante (+3,50%) grazie all’importante acquisizione da parte di Janover. I titoli legati alle criptovalute sono per lo più scesi, risentendo della debolezza generale del mercato azionario. Gli investitori osservano da vicino la scadenza odierna delle opzioni su Bitcoin, pari a 2,25 miliardi di USD, con un elevato open interest in corrispondenza di livelli chiave di strike.


Obbligazioni

Il movimento di inclinazione della curva dei rendimenti statunitensi è proseguito, con lo spread 2-10 anni che ha raggiunto i 60 punti base per la prima volta dall'inizio del 2022. I Treasury a lunga scadenza restano sotto pressione nonostante l'asta dei titoli a 10 anni di mercoledì, che ha visto una domanda record da parte degli acquirenti diretti, tra cui istituzioni ufficiali estere considerate prevalentemente investitori “buy and hold” nel mercato dei titoli di Stato. Anche l’asta di ieri sui titoli a 30 anni ha registrato una buona partecipazione da parte degli acquirenti diretti, ma limitatamente alla fascia alta della forchetta, intorno al 26%, ben lontana dall’eccezionale 89% dell’asta a 10 anni.
La volatilità del mercato dei Treasury USA sta diventando insostenibile a un certo livello non ancora definito di stress, quindi una risposta ufficiale potrebbe arrivare presto se i rendimenti dovessero continuare a salire. Bisogna monitorare attentamente una possibile reazione se il rendimento dei titoli decennali dovesse avvicinarsi al 5,0% (il recente massimo è stato del 4,50%, mentre il picco del ciclo si è verificato a fine 2023, appena sopra il 5,0%).
I differenziali delle obbligazioni high yield statunitensi si sono ampliati leggermente ieri in un contesto di marcata avversione al rischio. Secondo un indicatore Bloomberg, lo spread dei titoli ad alto rendimento rispetto ai Treasury USA è aumentato di 8 punti base, portandosi a 434 punti base, rispetto al massimo di ciclo registrato all’inizio della settimana a 453 punti base.


Materie prime

Il Bloomberg Commodity Index si avvia verso un leggero guadagno settimanale, con le perdite nei settori pro-ciclici dell’energia e dei metalli industriali compensate dall’impennata dei prezzi di oro e argento, mentre il comparto agricolo mostra un andamento misto: guadagni rilevanti per mais, cotone e soia, mentre caffè e zucchero risultano in calo.
L’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico overnight, a 3.220 USD, con un rendimento da inizio anno del 23%, continuando ad attrarre domanda da parte degli investitori in cerca di rifugio, in un contesto di persistente turbolenza sui mercati globali alimentata dai dazi commerciali. Questo sta alimentando le preoccupazioni per una possibile recessione globale e accrescendo le aspettative per un allentamento monetario. Il principale fattore di sostegno di questa settimana è stato il caos nel mercato obbligazionario statunitense, che solleva timori sulla stabilità finanziaria.
Argento e platino, altri due metalli semi-investimento, faticano a tenere il passo con l’oro nonostante una situazione di offerta limitata. Le ragioni principali sono due: le banche centrali acquistano solo oro e il rischio recessione continua a pesare, data la loro natura di metalli industriali.


Valute

Il dollaro statunitense è stato sottoposto a forti pressioni nella tarda giornata di ieri e overnight, con un’elevata volatilità durante la sessione asiatica. L’EURUSD è salito fino a 1,1383 dopo aver trattato intorno a 1,1200 nella sessione statunitense, mentre il cambio USDJPY è sceso fino a 142,89 prima di rimbalzare a 143,65 al momento della scrittura.
La debolezza del dollaro è stata più marcata rispetto alle valute rifugio CHF, EUR e JPY, e sembra correlata all’andamento del sentiment di rischio durante la fase più intensa del sell-off. Ora il dollaro potrebbe fungere da indicatore generale del sentiment di mercato, che è migliorato leggermente all'inizio della sessione europea.
Il comportamento del dollaro rispetto alle valute pro-cicliche come GBP, CAD e AUD è stato irregolare durante la notte, con nuovi massimi locali per queste valute contro il dollaro USA, prima di un recupero generalizzato del dollaro nelle prime ore di contrattazione in Europa.
I rendimenti a lungo termine del Regno Unito vanno monitorati attentamente come indicatore di rischio per la sterlina, simile all’episodio di fragilità e rischio sistemico innescato dal mini-budget di Truss alla fine del 2022. Il rendimento del gilt decennale ha toccato il 4,80%, rispetto al massimo di ciclo del 4,90% registrato a gennaio.

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