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Rapida panoramica del mercato – 23 giugno 2025

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Rapida panoramica del mercato – 23 giugno 2025


Fattori trainanti e catalizzatori di mercato

  • Azioni: tensioni USA-Iran, mercati azionari in calo, il settore tecnologico sottoperforma, triple witching

  • Volatilità: VIX sopra 20, volatilità elevata, dilemma sulle opzioni, rischio Iran

  • Asset digitali: Bitcoin sotto $101k, ETH debole, deflussi dagli ETF, sensibilità macro

  • Obbligazioni: il Giappone annuncia emissioni di titoli di lungo termine prima dell’asta

  • Valute: USD in rialzo per avversione al rischio, JPY si indebolisce maggiormente per cambiamenti nell’emissione dei JGB

  • Materie prime: reazione contenuta del petrolio agli attacchi USA, attenzione rivolta alla prossima mossa dell’Iran. Continua la stretta sul rame a Londra

  • Eventi macro: PMI preliminari di giugno da Europa e USA


Dati macro e principali notizie

  • Il Presidente degli Stati Uniti Trump ha annunciato l’avvio dell’"Operazione Midnight Hammer", che include attacchi mirati ai siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan. Ha avvertito che ulteriori obiettivi sono ancora in fase di valutazione, sottolineando che, sebbene gli Stati Uniti non cerchino un cambio di regime, sono pronti a condurre attacchi più estesi se l’Iran non avvierà un dialogo diplomatico. Successivamente, post sui social media di Trump hanno lasciato intendere che un cambio di regime potrebbe comunque avvenire.

  • Il parlamento iraniano ha raggiunto un consenso unanime a favore della chiusura dello Stretto di Hormuz dopo gli attacchi USA ai siti nucleari, in attesa dell’approvazione dell’organo di sicurezza nazionale. Il Segretario di Stato americano Rubio ha avvertito che sarebbe un "suicidio economico" per l’Iran, ma rappresenta una possibile escalation credibile. Tuttavia, la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale, il più alto organo di sicurezza iraniano.

  • L’indice manifatturiero della Fed di Filadelfia di giugno negli USA è rimasto invariato a -4,0, in linea con il dato di maggio e inferiore alle attese di mercato (-1). Ciò suggerisce un’attività manifatturiera ancora debole nella regione, con segnali di rallentamento della domanda e peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

  • Le stime preliminari indicano che le vendite al dettaglio canadesi sono probabilmente diminuite dell’1,1% a maggio 2025, segnando il calo più forte da marzo 2023. Questo suggerisce che l’aumento delle tariffe da parte degli Stati Uniti stia inducendo i consumatori a ridurre la spesa.

  • L’IDE in Cina è sceso del 13,2% su base annua a CNY 358,19 miliardi (USD 49,88 miliardi) tra gennaio e maggio 2025. Il settore manifatturiero ha attirato CNY 91,52 miliardi, i servizi CNY 259,64 miliardi e i settori ad alta tecnologia CNY 109,04 miliardi, con una crescita significativa nei servizi di e-commerce (146%), aerospaziale e produzione di apparecchiature (74,9%), produzione farmaceutica chimica (59,2%) e produzione di apparecchiature mediche (20%).


Principali appuntamenti macro in calendario (orari GMT)

PMI di giugno da Francia (07:15), Germania (07:30), Eurozona (08:00), e Regno Unito (08:30)
13:45 – PMI USA di giugno
14:00 – Vendite di case esistenti USA di maggio
19:00 – Dati settimanali CFTC Commitment of Traders (posticipati da venerdì)

Interventi di membri di banche centrali: Waller (Fed, 07:00), Lagarde (BCE, 13:00), Bowman (Fed, 14:00), Nagel (BCE, 15:00), Goolsbee (Fed, 17:10) & Williams, Kugler (18:30)

Trimestrali

  • Oggi: Prosus, Naspers

  • Martedì: Fedex, Carnival Corporation

  • Mercoledì: Micron Technology, Paychex, Alimentation Couche-tard, General Mills

  • Giovedì: Nike, Hennes & Mauritz


Azioni

  • USA: le azioni statunitensi hanno chiuso la scorsa settimana in tono prudente, con l’S&P 500 in calo dello 0,2%, il Nasdaq in calo dello 0,5% e il Dow Jones in rialzo dello 0,1%. I mercati sono stati scossi dall’escalation delle tensioni in Medio Oriente, dato che gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi contro i siti nucleari iraniani nel fine settimana. I Future hanno aperto in ribasso lunedì, con i prezzi del petrolio in aumento per timori di interruzioni delle forniture. L’incertezza sulla risposta dell’Iran e il rischio di un conflitto più ampio rappresentano il principale fattore di mercato. I titoli tecnologici hanno guidato i ribassi, mentre i titoli difensivi hanno sovraperformato. I volumi di scambio sono stati elevati a causa della triple witching di venerdì.

  • Europa: i mercati azionari europei sono rimbalzati venerdì dopo tre sedute negative, con lo STOXX 50 in rialzo dello 0,6%, il DAX dell’1,3% e il CAC 40 dello 0,5%. I mercati hanno reagito positivamente ai segnali di colloqui diplomatici con l’Iran, ma restano prudenti dopo i raid USA del fine settimana. I settori assicurativo e turistico hanno guidato i rialzi, mentre l’energia ha sottoperformato. L’apertura di lunedì appare debole, con i Future in calo mentre gli investitori monitorano gli sviluppi in Medio Oriente e attendono i dati PMI.

  • UK: il FTSE 100 è sceso dello 0,2% venerdì, sottoperformando rispetto all’Europa a causa di deboli vendite al dettaglio e cali nei titoli petroliferi e farmaceutici. Su base settimanale, il FTSE 100 ha perso lo 0,9%. Le speranze di diplomazia in Medio Oriente hanno limitato le perdite, ma la fiducia dei consumatori e gli allarmi sui profitti hanno pesato sul sentiment. Lunedì si prevede una partenza debole a causa del generale risk-off globale e della rinnovata volatilità nel mercato del petrolio.

  • Asia: i mercati asiatici hanno aperto in ribasso a seguito dell’escalation delle tensioni USA-Iran. Il Nikkei giapponese ha perso lo 0,5% nonostante dati PMI positivi. Hong Kong ha perso lo 0,4% per timori di liquidità e tensioni geopolitiche. Il KOSPI sudcoreano è sceso dello 0,6% dopo aver toccato un massimo a 3,5 anni la settimana precedente, con deflussi esteri e preoccupazioni sulle esportazioni che hanno aumentato la pressione. I mercati restano in allerta per eventuali ritorsioni e per il rischio di interruzioni delle forniture di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz.


Volatilità


La volatilità è aumentata la scorsa settimana, ma si è ridotta verso la chiusura di venerdì. Il VIX ha chiuso a 20,62, sotto i massimi recenti ma al di sopra della media di lungo periodo. I Future VIX sul front month restano elevati, segnalando aspettative di ulteriore turbolenza. Gli operatori sulle opzioni si trovano di fronte a un dilemma: vendere volatilità rischia di essere colti di sorpresa da un’escalation, mentre acquistare volatilità può erodere il premio se i movimenti reali rimangono contenuti. L’incertezza sulla risposta dell’Iran e le aspettative variabili sulla Fed manterranno alta l’attenzione sulla volatilità.


Asset digitali


Bitcoin è sceso sotto i $101.000 durante il fine settimana, con il conflitto USA-Iran che ha penalizzato l’appetito per il rischio, rompendo il range di giugno. Ether è sceso a $2.250, seguito dalla maggior parte delle altcoin principali. Gli ETF crypto spot (IBIT, ETHA) hanno registrato lievi deflussi, ma l’interesse istituzionale rimane solido per il trimestre. Le azioni crypto (COIN, MSTR) hanno avuto andamenti misti. Il mercato resta molto sensibile alle notizie geopolitiche e alle indicazioni dalla Fed, con particolare attenzione alla prossima testimonianza di Powell.


Obbligazioni

  • Rendimenti USA: i rendimenti dei Treasury USA sono saliti leggermente dopo i bombardamenti USA sui siti nucleari iraniani nel weekend: il benchmark a 2 anni è salito di circa 1 punto base a 3,92% e il decennale di circa 2 punti base a 4,39%, restando comunque nel range recente.

  • Giappone: i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi hanno mostrato poca volatilità, nonostante il Ministero delle Finanze abbia annunciato l’intenzione di ridurre l’emissione di titoli a 20, 30 e 40 anni di circa JPY 3,2 trilioni (circa USD 22 miliardi) fino a marzo prossimo per evitare problemi di assorbimento da parte del mercato. La notizia ha avuto un impatto più marcato sullo yen (vedi sotto, sezione Valute).

  • Obbligazioni high yield USA: nonostante il sentiment negativo sulle azioni verso il weekend, le obbligazioni high yield USA sono state ricercate, con lo spread creditizio Bloomberg degli high yield USA rispetto ai Treasury ristretto di 5 punti base a 299 punti base.


Materie prime

  • Petrolio: i prezzi del greggio sono balzati all’apertura in risposta all’attacco USA all’Iran durante il weekend, con preoccupazioni per possibili interruzioni delle forniture di greggio e gas attraverso lo Stretto di Hormuz. Tuttavia, il Brent è tornato sotto i 80 USD dopo essere stato respinto oltre la resistenza sopra gli 82 USD, e va sottolineato che l’attuale premio di rischio geopolitico—ora superiore a 10 USD al barile—non può essere sostenuto a lungo senza un’interruzione concreta delle forniture. In assenza di ciò, i rialzi potrebbero faticare a consolidarsi. Il mercato attende ora con ansia la risposta iraniana e l’impatto sui mercati dell’energia e finanziari più ampi.

  • Rame: la London Metal Exchange sta vivendo una stretta sul rame, con contratti spot in forte rialzo, in seguito al calo delle scorte, ora ai minimi da due anni, per la corsa a spedire metallo negli USA in vista di possibili dazi, nonché per la domanda dalla Cina. Venerdì, il differenziale cash-3’s si è chiuso a 275 USD in backwardation, il livello più alto dal novembre 2021.

  • Oro: come il petrolio, anche i prezzi dell’oro sono saliti all’apertura asiatica, sfiorando i 3.400 USD prima di scendere, complici i timori che un’inflazione trainata dall’energia possa ridurre le probabilità di tagli dei tassi da parte della Fed, che potrebbe decidere di mantenere i tassi agli attuali livelli elevati, rafforzando al contempo il dollaro USA.


Valute

  • Il dollaro USA si è rafforzato su tutte le principali controparti sull’onda dell’avversione al rischio causata dai bombardamenti statunitensi ai siti nucleari iraniani, dopo che il tentativo di rafforzamento post-FOMC si era esaurito tra ieri sera e la notte. L’EURUSD è risalito sopra 1,1500 fino a toccare 1,1532 durante la notte, mentre il GBPUSD si è avvicinato a 1,3500 ai massimi notturni.

  • Lo yen giapponese si è indebolito bruscamente durante la notte dopo che il Ministero delle Finanze giapponese ha modificato i piani di emissione dei JGB di lungo termine appena prima dell’asta di titoli a 20 anni di domani (vedi sopra, sezione Obbligazioni), con USDJPY salito a 147,00 e EURJPY ai massimi da luglio scorso poco sotto 169,00.

  • Il dollaro australiano e il dollaro neozelandese hanno gareggiato per il titolo di valuta G10 più debole durante la notte, entrambe in netto calo sull’avversione al rischio generata dagli attacchi USA in Iran, con AUDUSD sceso fino a 0,6400 per la prima volta in oltre un mese.

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