Previsioni Oltraggiose
Oro alla patria? No, questa volta oro ai cittadini
Ruben Dalfovo
Investment Strategist
La diversificazione è una strategia essenziale per ridurre il rischio negli investimenti, distribuendo il capitale tra diverse classi di asset, settori, aree geografiche e orizzonti temporali.
Pur essendo efficace nel gestire l’incertezza, la diversificazione comporta anche rischi propri che richiedono un’attenta valutazione. Comprendere sia i vantaggi sia gli svantaggi della diversificazione è fondamentale per costruire un portafoglio ben bilanciato.
La diversificazione mira a ridurre il rischio assicurandosi che nessun singolo investimento domini il portafoglio. In questo modo, gli investitori possono gestire l’impatto delle fluttuazioni di mercato, poiché gli asset in diversi settori o regioni possono reagire in modo diverso agli eventi economici.
Ad esempio, mentre le azioni possono essere volatili in una recessione, le obbligazioni o le materie prime potrebbero ottenere risultati migliori nello stesso periodo. In sostanza, la diversificazione funziona bilanciando queste diverse performance, con l’obiettivo di attenuare il rischio complessivo del portafoglio.
La diversificazione non si limita a includere diverse tipologie di asset ma si estende a vari settori, regioni e orizzonti temporali. Questa strategia di diversificazione più ampia aiuta gli investitori a proteggere i propri portafogli da rischi specifici legati a un singolo asset o mercato, offrendo la possibilità di rendimenti più stabili nel tempo.
La diversificazione con asset non correlati offre vantaggi importanti, aiutando gli investitori a gestire i rischi e a migliorare le prestazioni del portafoglio.
Di seguito alcuni dei principali vantaggi:
La diversificazione riduce l’impatto complessivo di investimenti con performance scarse, distribuendo l’esposizione su più classi di asset. In questo modo, nessun singolo asset con risultati deludenti può compromettere l’intero portafoglio. Ad esempio, un portafoglio diversificato potrebbe compensare una perdita nelle azioni con guadagni in classi di asset meno correlate, come il settore immobiliare o i titoli a reddito fisso. Affrontando il rischio non sistematico, questo approccio conferisce resilienza nei confronti di scosse specifiche del mercato.
Bilanciare gli investimenti tra diverse classi di asset e settori consente ai portafogli di ottenere rendimenti più costanti. Gli asset che performano bene in una determinata fase economica possono compensare le performance più deboli di altri, rendendo più regolare l’andamento complessivo del portafoglio. Questa stabilità è essenziale per obiettivi di lungo termine, come la pianificazione pensionistica.
Esporsi a una varietà di mercati aumenta la probabilità di cogliere opportunità di crescita. Ad esempio, mentre i mercati sviluppati offrono stabilità, i mercati emergenti presentano un elevato potenziale di crescita. Investire in diversi settori come la tecnologia e l’assistenza sanitaria permette inoltre di sfruttare un’ampia gamma di innovazioni e progressi.
Concentrare gli investimenti in un unico settore, come quello energetico o immobiliare, espone il portafoglio a potenziali flessioni legate a quell’ambito. La diversificazione distribuisce gli investimenti su settori non correlati, riducendo così il rischio di perdite su larga scala dovute a eventi settoriali, come cambiamenti normativi o innovazioni tecnologiche dirompenti.
La diversificazione consente di creare un portafoglio che bilancia rischio e rendimento, unendo asset con diversi livelli di rischio. Titoli azionari ad alta crescita possono sostenere i rendimenti, mentre le obbligazioni a reddito fisso forniscono stabilità. Ad esempio, affiancare azioni di crescita volatili a titoli di Stato più prevedibili attenua la volatilità del portafoglio nel tempo. Questo equilibrio garantisce che gli investitori siano adeguatamente remunerati per i rischi assunti.
La diversificazione permette agli investitori di adattare il portafoglio ai propri obiettivi finanziari e alla propria tolleranza al rischio. Un investitore più giovane, orientato alla crescita, potrebbe puntare maggiormente sulle azioni, mentre chi si avvicina alla pensione potrebbe preferire obbligazioni e altri investimenti stabili. Questa flessibilità rende il portafoglio allineato a esigenze e orizzonti temporali specifici.
Includere una varietà di tipologie di asset garantisce un equilibrio tra investimenti liquidi e illiquidi. Gli asset liquidi, come gli exchange-traded funds (ETF) o gli equivalenti del contante, offrono flessibilità per esigenze immediate, mentre gli asset illiquidi, come gli immobili, contribuiscono a una maggiore stabilità sul lungo periodo. Questo equilibrio protegge gli investitori da vincoli di liquidità in situazioni di mercato impreviste.
Esistono numerosi vantaggi delle strategie di diversificazione come metodo di gestione del rischio. Tuttavia, se non viene applicata correttamente, la diversificazione può anche comportare svantaggi. Sebbene esistano degli svantaggi nella diversificazione, in particolare il calo delle performance nei mercati rialzisti, è importante ricordare che questi effetti sono generalmente compensati dalla possibilità di limitare le perdite nei momenti di ribasso.
Nonostante ciò, riteniamo utile evidenziare alcune limitazioni associate alla diversificazione. Ecco un elenco di alcuni dei principali rischi:
Il rischio sistematico, conosciuto anche come rischio di mercato, interessa tutti gli investimenti del mercato finanziario e non può essere attenuato attraverso la diversificazione. Eventi come recessioni, crisi geopolitiche o variazioni dei tassi di interesse influenzano tutte le classi di asset. Ad esempio, durante la crisi finanziaria del 2008, anche i portafogli diversificati hanno subito perdite, poiché quasi tutte le tipologie di asset hanno perso valore.
L’eccessiva diversificazione si verifica quando un portafoglio include troppi asset, con il risultato di diluire i rendimenti potenziali. Avere un elevato numero di investimenti può anche generare esposizioni sovrapposte, in cui asset simili riducono i reali benefici della diversificazione. Inoltre, la gestione di un portafoglio eccessivamente diversificato aumenta costi e complessità, senza ridurre in modo proporzionale i rischi o migliorare i rendimenti.
Includere investimenti illiquidi, come il settore immobiliare o il private equity, introduce rischi di liquidità. Questi asset possono risultare difficili da vendere rapidamente o a un prezzo equo in periodi di ribasso. Un portafoglio troppo dipendente da investimenti illiquidi potrebbe avere difficoltà a soddisfare esigenze a breve termine o a cogliere nuove opportunità.
La diversificazione è efficace quando gli asset all’interno di un portafoglio presentano correlazioni basse o negative, ossia non si muovono nella stessa direzione. Se un investitore sceglie asset troppo correlati, ad esempio azioni appartenenti allo stesso settore o obbligazioni con scadenze simili, la diversificazione non riuscirà a ridurre efficacemente il rischio. Per esempio, combinare azioni a grande capitalizzazione con azioni a piccola capitalizzazione può sembrare una diversificazione data la differenza di dimensioni aziendali, ma in realtà questi due tipi di titoli spesso si muovono in modo simile rispetto alle condizioni economiche nazionali.
Il rischio di concentrazione nasce quando un portafoglio è fortemente sbilanciato su un determinato settore, tipo di asset o area geografica. Sebbene la diversificazione sia pensata per ridurre tale rischio, una diversificazione incompleta o squilibrata lascia i portafogli esposti a eventuali cali specifici di settore o a difficoltà economiche locali. Ad esempio, la sovraesposizione alle azioni tecnologiche durante la bolla delle dot-com ha causato perdite significative per molti investitori.
La diversificazione si basa sulla valutazione accurata di come i diversi asset si comportano in varie condizioni di mercato. Una valutazione errata di questi comportamenti, ad esempio presumendo che gli asset non siano correlati quando invece lo sono, può compromettere l’efficacia della strategia di diversificazione. Questo rischio emerge spesso quando si fa affidamento esclusivo su dati storici, che potrebbero non prevedere correttamente le performance future.
Una diversificazione efficace richiede più di una semplice distribuzione degli investimenti tra diversi asset. È necessario un approccio che permetta di bilanciare rischio e rendimento, assicurando al contempo che il portafoglio si adatti alle condizioni in evoluzione. Di seguito 6 strategie chiave.
Conoscere come gli asset interagiscono è fondamentale per una corretta diversificazione. Gli asset con correlazioni basse o negative — quelli che si muovono in maniera indipendente o in direzioni opposte — offrono i maggiori benefici. Ad esempio, combinare azioni con obbligazioni può ridurre la volatilità di un portafoglio, perché le obbligazioni spesso aumentano di valore quando le azioni scendono. Senza comprendere queste relazioni, la diversificazione potrebbe non proteggere adeguatamente dal rischio di mercato.
Un portafoglio ben diversificato distribuisce le risorse tra classi di asset, settori e aree geografiche. Questo approccio riduce l’esposizione a un unico mercato o settore.
Ogni allocazione dipende dagli obiettivi finanziari personali e dalla tolleranza al rischio. Potrebbero essere necessari aggiustamenti nel tempo per adeguarsi alle mutate condizioni economiche.
ETF e fondi indicizzati semplificano la diversificazione offrendo esposizione a un’ampia gamma di asset all’interno di un unico strumento.
Questi investimenti sono particolarmente utili per gli investitori retail in cerca di modalità convenienti per diversificare, senza dover gestire estensivamente il portafoglio.
La tolleranza al rischio svolge un ruolo fondamentale in una strategia di diversificazione. Gli investitori più giovani, con una tolleranza al rischio più elevata, possono privilegiare azioni e mercati emergenti, mentre chi è più avanti con l’età si concentra su obbligazioni o titoli con dividendi stabili. Personalizzare il portafoglio garantisce che risponda agli obiettivi individuali.
Le condizioni di mercato possono modificare le allocazioni di un portafoglio nel tempo. Un riequilibrio periodico ripristina la suddivisione iniziale e previene l’eccessiva esposizione a investimenti troppo performanti o poco performanti. Ad esempio, se le azioni sovraperformano, superando la quota iniziale del 50% arrivando al 60% del portafoglio, vendere parte delle azioni per reinvestire in obbligazioni o materie prime consente di ritornare alla strategia originaria. Questa disciplina mantiene i livelli di rischio e aiuta a evitare le decisioni dettate dall’emotività.
Costi, tasse e aspetti comportamentali possono influire negativamente sulla strategia di diversificazione se non vengono gestiti correttamente.
La diversificazione rimane una strategia essenziale per ottenere una crescita bilanciata del portafoglio. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla comprensione e dalla gestione dei possibili rischi, come l’eccessiva diversificazione, le sfide di liquidità e le correlazioni valutate in modo errato.
Puoi migliorare la performance del tuo portafoglio adottando strategie come il riequilibrio periodico e allineando gli investimenti ai tuoi obiettivi finanziari. Un approccio disciplinato garantisce che la diversificazione continui a essere uno strumento prezioso per ridurre il rischio, con l'obiettivo di massimizzare i rendimenti nel lungo periodo.