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Rapida panoramica del mercato – 11 dicembre 2025

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BG SAXO

Rapida panoramica del mercato – 11 dicembre 2025


Driver e catalizzatori di mercato

  • Azioni: Le azioni affrontano un ritorno alla realtà mentre i timori legati all’AI guidati da Oracle trascinano al ribasso i future sull’S&P 500, annullando il rally di sollievo innescato ieri dalla Fed.
  • Volatilità: La volatilità implicita rimane contenuta, con il VIX stabile nella fascia media dei teen, nonostante un rinnovato interesse per coperture ribassiste tramite opzioni sugli indici.
  • Asset digitali: Il Bitcoin scivola sotto quota 90.000 USD e i flussi sulle opzioni restano ribassisti su singoli titoli, mentre l’attività sugli ETF si fa più bilanciata verso fine anno.
  • Valute: Il dollaro USA si è indebolito sulla scia delle indicazioni della Fed e del calo dei rendimenti dei Treasury statunitensi.
  • Materie prime: I metalli preziosi ritracciano dopo l’impulso rialzista indotto dalla Fed; il greggio si stabilizza in attesa dei report di IEA/OPEC; il gas europeo tocca il minimo da 20 mesi grazie al clima mite.
  • Obbligazioni: I Treasury statunitensi hanno registrato un rally dopo la decisione della Fed e le sue indicazioni.
  • Eventi macro: Richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli USA, bilancia commerciale e asta di titoli a 30 anni.

Titoli macroeconomici

  • La Federal Reserve statunitense ha tagliato il tasso dei Fed Funds di 25 punti base al 3,5%–3,75% nella riunione di mercoledì, con 9 voti favorevoli e 3 contrari: due membri con visione restrittiva (Goolsbee e Schmid) avrebbero preferito mantenere i tassi invariati, mentre Stephen Miran ha votato per un taglio più deciso da 50 punti base. I membri del FOMC sono divisi su quale rischio sia maggiore tra inflazione e mercato del lavoro. Alla fine, la decisione è stata presa per tutelarsi da un rallentamento più marcato dell’occupazione. Le proiezioni sui tassi restano invariate, con un taglio di 25bps previsto nel 2026, mentre le stime sul PIL sono state riviste al rialzo e quelle sull’inflazione PCE leggermente al ribasso. Le previsioni di disoccupazione restano ferme al 4,5% per il 2025 e al 4,4% per il 2026.
  • Il presidente della Fed Powell ha lasciato intendere la possibilità di ulteriori tagli oltre all’unico previsto per il prossimo anno. Ciò ha spinto i mercati a prezzare con una probabilità del 68% almeno due tagli nel 2026. La dichiarazione ufficiale suggerisce una possibile pausa per valutare i dati, rendendo il ritmo dei tagli dipendente dai dati in arrivo. Le previsioni di crescita sono state aumentate e quelle sull’inflazione leggermente riviste al ribasso per il 2025 e il 2026.
  • La Bank of Canada ha mantenuto il tasso target al 2,25% a dicembre 2025, ritenendolo appropriato. Il PIL è cresciuto del 2,6% nel terzo trimestre, la disoccupazione è scesa al 6,5% e l’inflazione CPI è rallentata al 2,2%. I policymaker hanno segnalato incertezze globali che pesano sulla crescita, e si dichiarano pronti ad agire se necessario per mantenere l’inflazione al 2%.
  • Il governo svizzero ha annunciato che i dazi statunitensi del 15% sulle merci svizzere saranno applicati retroattivamente a partire dal 14 novembre.
  • L’Australia ha registrato una perdita inattesa di 21.300 posti di lavoro a novembre, il calo mensile più ampio da febbraio, anche se il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,3%. Segnali di raffreddamento del mercato del lavoro potrebbero indurre la RBA a sospendere i rialzi dei tassi nel nuovo anno.

Eventi macro in evidenza (orari in GMT)

08:30 – Decisione sui tassi della BNS
09:00 – Report mensile sul mercato petrolifero dell’IEA
13:30 – Richieste settimanali di sussidi di disoccupazione USA
13:30 – Bilancia commerciale USA di settembre
15:30 – Variazione settimanale delle scorte di gas naturale EIA
18:00 – Asta USA di Treasury a 30 anni per 22 miliardi di USD
Durante la giornata: Report mensile dell’OPEC

Trimestrali della settimana

  • Oggi: Broadcom, Costco, Lululemon
 

Azioni

  • USA: Dopo il rimbalzo guidato dalla Fed di ieri, i future sull’S&P 500 indicano ora un calo di quasi l’1% mentre gli investitori riconsiderano il taglio. Il Dow Jones è salito dell’1,1%, l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,7% e il Nasdaq ha invertito le perdite iniziali chiudendo con un +0,4% dopo il taglio dei tassi di 25 punti base e l’indicazione di un ulteriore taglio nel 2026. Il tono rassicurante di Powell ha escluso ulteriori rialzi e rafforzato le aspettative di altri tagli nel 2026. I titoli industriali hanno guidato il rialzo, Amazon è salita dell’1,7% grazie a un piano di investimenti da 35 miliardi di USD in India, mentre JPMorgan ha guadagnato il 3,2%. Al contrario, Microsoft è scesa del 2,8% dopo aver annunciato un investimento da 17,5 miliardi in India, e Oracle è crollata di oltre l’11% in after hours a causa dei ricavi del cloud inferiori alle attese e dei forti investimenti nei data center AI, finanziati a debito. Questo ha favorito un passaggio verso un’impostazione più difensiva, con l’S&P 500 in calo dello 0,9% in avvio di sessione europea.
  • Europa: I mercati europei hanno chiuso in leggero calo mercoledì, in attesa della decisione della Fed: lo STOXX 50 ha perso lo 0,2%, mentre lo STOXX 600 è rimasto pressoché piatto. Il sentiment di rischio è stato limitato, ma non sono mancati movimenti significativi a livello di singoli titoli. Aegon è crollata di quasi il 10% dopo aver confermato lo spostamento della sede negli Stati Uniti e il cambio nome in Transamerica. Vinci e Rheinmetall hanno pesato sugli indici, mentre Siemens Energy ha guadagnato oltre il 4% grazie alle indicazioni positive della statunitense GE Vernova sulla domanda di reti elettriche. Ocado ha segnato un balzo a doppia cifra. Il supporto di titoli come HSBC, Novo Nordisk e Roche ha attenuato le perdite in vista delle riunioni della BCE e della BoE.
  • Asia: I mercati asiatici hanno avuto un andamento misto, influenzati dalle decisioni della Fed e da un nuovo dato debole sull’inflazione cinese. L’Hang Seng ha perso circa lo 0,5%, terzo calo consecutivo, toccando i minimi di due settimane. Le preoccupazioni per la crescita cinese persistono, con prezzi alla produzione e al consumo in calo che confermano una domanda debole. Tuttavia, i nuovi segnali di stimolo fiscale da parte del Politburo hanno contenuto le perdite. Gli indici cinesi sono stati penalizzati da titoli immobiliari e industriali, mentre alcuni finanziari e tecnologici hanno sostenuto l’Hang Seng. L’attenzione ora si sposta su come le banche centrali locali reagiranno alla Fed e se i prossimi dati cinesi riusciranno a stabilizzare il sentiment.

Volatilità

  • L’indice SPX ha chiuso a 6.886,68 mercoledì, in rialzo dello 0,67%, con i future leggermente più deboli questa mattina. Le opzioni a breve scadenza prezzano ora un movimento intraday di circa ±36 punti (±0,52%) sulla base della strategia 0DTE strangle sullo strike 6.890, indicando una fascia di oscillazione attesa contenuta. Il VIX è sceso a circa 15,8, con le misure a brevissimo termine (VIX1D, VIX9D) in ulteriore calo, segnalando un’ansia da evento in diminuzione dopo la Fed ma un interesse ancora vivo per coperture sui dati macro in arrivo.
  • Il flusso sulle opzioni sugli indici è rimasto difensivo. Le nuove posizioni SPX sono sbilanciate verso le put out-of-the-money, che offrono protezione solo in caso di forti ribassi, mentre le opzioni sul VIX hanno visto acquisti significativi di call con scadenza nel 2026, una scommessa classica su futuri picchi di volatilità. Le mini-SPX (XSP) mostrano una simile inclinazione ribassista, ma su tagli più piccoli. I prossimi catalizzatori che gli operatori monitorano per eventuali rotture di regime comprendono la decisione sui tassi della BNS, le richieste di disoccupazione USA, l’asta dei Treasury a 30 anni e le trimestrali di Broadcom, Costco e Lululemon.

Asset digitali

  • Bitcoin quota poco sopra i 90.000 USD, in calo del 2–3% dopo essere sceso brevemente sotto tale soglia durante la notte, segnalando un disaccoppiamento continuo rispetto all’azionario nonostante il taglio della Fed. Ether si mantiene vicino a 3.200 USD, mentre gli altri principali token restano deboli. L’attività sugli ETF è mista: ETHA continua ad attrarre flussi costanti, mentre IBIT registra volumi elevati ma senza una direzione chiara, specialmente dopo che Standard Chartered ha tagliato il target per BTC a 100k nel 2025.
  • Il posizionamento sulle opzioni rimane difensivo. Circa 279 milioni di dollari in premi sono stati allocati su nuove put ribassiste su titoli crypto, guidate da strutture deep ITM su MSTR e protezioni significative su COIN, CLSK e CIFR. Al contrario, le opzioni sugli ETF come IBIT ed ETHA mostrano un posizionamento più bilanciato tra coperture e posizioni rialziste selettive, suggerendo che gli investitori preferiscono esprimere una view ribassista aggressiva tramite singoli titoli, mantenendo gli ETF più flessibili verso fine anno.

Obbligazioni

  • I Treasury statunitensi hanno registrato un forte rally dopo la decisione della Fed, considerata leggermente più accomodante del previsto. La Fed ha tagliato i tassi nonostante previsioni di crescita riviste al rialzo e un’inflazione stimata in calo. Il rendimento del Treasury a 2 anni è sceso al 3,53%, nove punti base sotto il massimo di ieri, mentre il decennale è sceso all’4,20%, otto punti base sotto i massimi precedenti.
  • I titoli di stato giapponesi (JGB) hanno seguito l’esempio, con il rendimento del decennale sceso a 1,925%, in calo di quasi cinque punti base rispetto ai massimi di mercoledì.
  • Anche i Bund tedeschi decennali hanno beneficiato del movimento, con il rendimento in calo al 2,85% dopo aver toccato un massimo plurimensile vicino al 2,90%.

Materie prime

  • I metalli preziosi hanno beneficiato del taglio della Fed, che ha indebolito il dollaro e i rendimenti dei Treasury. L’argento ha toccato brevemente un nuovo massimo vicino a 63 USD prima di ritracciare con prese di profitto, in linea con il resto del comparto. L’oro resta confinato in un range di circa 90 USD attorno a quota 4.200 USD, una fascia che tiene da due settimane dopo un anno eccezionalmente positivo. La trendline rialzista da agosto vicino ai 4.180 USD continua a offrire supporto, ma una rottura al ribasso potrebbe introdurre rischi correttivi nel breve periodo.
  • Il greggio si muove nella parte bassa del range nonostante il sequestro di una petroliera sanzionata da parte degli USA al largo del Venezuela, un evento che potrebbe limitare i flussi venezuelani. In attesa dei report mensili di IEA e OPEC, Trafigura – uno dei più grandi operatori globali di materie prime – prevede un’ondata di nuova offerta in arrivo, proprio mentre la domanda globale mostra segni di indebolimento.
  • I prezzi del gas europeo sono scesi al minimo da 20 mesi, toccando i 26,6 EUR/MWh (9,13 USD/MMBtu), con un calo del 42% su base annua. Il clima mite continua a ridurre la domanda di riscaldamento, mentre i trader osservano gli sviluppi su un possibile accordo di pace Russia-Ucraina. Le previsioni stagionali a lungo termine indicano temperature superiori alla media fino all’inizio del nuovo anno.

Valute

  • Il dollaro ha perso terreno dopo l’interpretazione dovish del FOMC, con i rendimenti dei Treasury in calo lungo tutta la curva. EURUSD ha superato momentaneamente quota 1,1700 giovedì, il livello più alto da metà ottobre, prima di ritracciare. USDJPY è sceso fino a 155,49 prima di trovare supporto, scambiando intorno a 156,00 nelle ore finali a Tokyo.
  • Il dollaro australiano ha subito una brusca correzione dopo i deboli dati sul lavoro: i posti full time sono calati e il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,3% solo grazie a un calo del tasso di partecipazione. Dopo il rialzo di AUDUSD sulla debolezza post-FOMC del dollaro USA fino a 0,6679, la coppia è tornata a 0,6635.

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