Previsioni Oltraggiose
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Charu Chanana
Market Strategist
Investire in diversi fondi, come fondi comuni di investimento e exchange-traded funds (ETF), comporta dei costi, alcuni dei quali non sono immediatamente visibili. Le commissioni totali (expense ratio), espresse come percentuale del patrimonio di un fondo, vengono detratte annualmente dal Valore Patrimoniale Netto (NAV) del fondo, riducendo indirettamente i rendimenti degli investimenti.
Una commissione totale (expense ratio) più elevata implica che una porzione maggiore dei tuoi rendimenti venga persa ogni anno. Nel tempo, questi costi si sommano, influenzando in modo significativo l’accumulazione di ricchezza a lungo termine.
Le commissioni totali (expense ratio) possono sembrare minime, ma incidono notevolmente sui rendimenti degli investimenti a lungo termine. A differenza delle commissioni di transazione, che si applicano a ogni operazione, l’expense ratio viene detratto periodicamente dal patrimonio del fondo o dell’ETF, riducendo i rendimenti complessivi senza un intervento diretto da parte dell’investitore.
Un ETF con un expense ratio elevato (ad esempio 1%) può erodere i rendimenti soprattutto negli anni in cui le performance sono deboli. Poiché questi costi si accumulano nel tempo, creano un divario crescente tra ciò che un investitore avrebbe potuto guadagnare in un ETF a basso costo (ad esempio 0,2%) rispetto a un’alternativa più costosa come un fondo comune.
Ad esempio, ipotizziamo un investimento di 100.000 USD che cresce al 7% ogni anno per 30 anni:
La differenza, quasi 146.000 USD, dimostra come le commissioni più alte riducano in modo significativo l’accumulazione di ricchezza per l’investitore nel lungo periodo.
Le commissioni totali (expense ratio) vengono detratte automaticamente a livello di fondo. Questo significa che gli investitori non ricevono mai un addebito o una fattura diretti per tali costi. Invece, il patrimonio totale del fondo viene ridotto quotidianamente di una percentuale corrispondente prima di calcolare il NAV.
Anche se un fondo genera rendimenti elevati, una commissione totale (expense ratio) alta ne erode costantemente i profitti, limitando l’accumulazione di ricchezza nel tempo. Su più decenni, perfino piccole differenze percentuali possono tradursi in guadagni persi considerevoli.
Le commissioni totali (expense ratio) coprono i costi operativi continui di un fondo, assicurandone il funzionamento efficiente. Questi costi variano a seconda che il fondo sia gestito attivamente o passivamente.
Elementi chiave di una commissione totale (expense ratio):
I fondi a gestione attiva di solito presentano commissioni totali (expense ratio) più alte (in media dallo 1% all’2%) a causa di operazioni frequenti, ricerche e supervisione del portafoglio, mentre gli ETF sono più economici, con in media commissioni totali (expense ratio) tra lo 0,03% e lo 0,30%.
Le commissioni totali (expense ratio) variano in base al tipo di fondo, allo stile di gestione e alla complessità della strategia di investimento.
Alcuni fondi rinunciano temporaneamente a una parte delle proprie commissioni per attrarre investitori. L’expense ratio lordo riflette le commissioni totali prima degli sconti, mentre l’expense ratio netto mostra ciò che gli investitori effettivamente pagano dopo gli sconti. Verifica sempre la durata delle riduzioni per valutare i costi a lungo termine.
Una commissione totale (expense ratio) elevata non significa sempre scarso valore. In alcuni casi, i fondi giustificano costi più alti offrendo rendimenti corretti per il rischio superiori, strategie di investimento uniche o l’accesso a mercati specializzati.
Ecco alcuni casi in cui commissioni totali (expense ratio) più alte potrebbero essere giustificate:
Alcuni fondi gestiti attivamente presentano risultati in grado di battere i propri benchmark al netto delle commissioni, anche se non tutti possono mantenere questi risultati nel lungo periodo.
I fondi che investono in mercati emergenti, azioni di società a bassa capitalizzazione o asset alternativi spesso applicano commissioni più elevate a causa di costi di ricerca e di transazione maggiori.
Per via di metodi di gestione del rischio complessi e approcci d’investimento unici, hedge fund, private equity e fondi con strategie di allocazione tattica applicano commissioni più alte. Tuttavia, è opportuno valutare queste commissioni in base ai rendimenti corretti per il rischio (ad esempio, utilizzando l’indice di Sharpe e l’indice di Sortino) e non esclusivamente sui rendimenti assoluti.
Confrontare le commissioni totali (expense ratio) tra diversi fondi aiuta gli investitori a identificare le opzioni più convenienti senza sacrificare le performance. Una piccola differenza di costi può tradursi in un notevole risparmio nel tempo, rendendo essenziale una valutazione corretta.
Ecco alcuni passaggi pratici da seguire:
Utilizza un calcolatore di commissioni totali (expense ratio) per stimare in che modo i costi riducano la crescita dell’investimento nel corso del tempo. Assicurati che il calcolo tenga conto della capitalizzazione dei rendimenti e dell’orizzonte temporale di investimento.
Metti a confronto le commissioni con le medie di categoria e le alternative a basso costo (ad esempio, ETF). Se un fondo azionario statunitense a gestione attiva applica l’1,2%, mentre un ETF sull’indice S&P 500 costa lo 0,03%, gli investitori devono chiedersi se la differenza dell’1,17% sia giustificata.
La commissione totale (expense ratio) netta riflette ciò che gli investitori effettivamente pagano dopo eventuali sconti.
I fondi con commissioni più elevate dovrebbero giustificare i costi attraverso un rendimento superiore e sostenuto nel lungo periodo, corretto per il rischio. Utilizza metriche come l’indice di Sharpe e l’indice di Sortino per stabilire se i rendimenti compensano le commissioni più alte.
Fattori critici da monitorare:
Anche differenze minime nelle commissioni totali (expense ratio) possono determinare riduzioni significative nei guadagni di lungo periodo. Sebbene i costi siano inevitabili, gli investitori possono adottare misure proattive per ridurne l’impatto e massimizzare la crescita del portafoglio.
Gli ETF sono tra gli strumenti di investimento più efficienti dal punto di vista dei costi. A differenza dei fondi gestiti, che richiedono team di analisti e trading frequente, i fondi indicizzati si limitano a replicare un benchmark, mantenendo basse le spese.
Ad esempio, gli ETF legati all’intero mercato, come un replicatore dell’indice S&P 500, possono avere una commissione totale (expense ratio) di appena lo 0,02%, mentre i fondi comuni di investimento gestiti attivamente possono addebitare dall’1% al 2%, superando talvolta il 2% nei settori specializzati. Nel tempo, tali differenze di costo possono tradursi in migliaia di euro di risparmio.
Alcuni fondi comuni di investimento includono commissioni di marketing e distribuzione, note anche come commissioni 12b-1, che aumentano il costo complessivo senza migliorare la performance. Tali commissioni sono incluse nella commissione totale (expense ratio) e possono arrivare fino al 60% del totale delle commissioni. Tutti soldi che non remunerano il gestore del tuo patrimonio ma solo che ti ha venduto il fondo.
Gli investitori dovrebbero esaminare con attenzione il prospetto informativo del fondo per individuare spese superflue e scegliere fondi che limitino i costi amministrativi e di marketing.
Per gli investitori con portafogli di dimensioni maggiori, il direct indexing rappresenta un’alternativa a ETF e fondi comuni, consentendo loro di acquistare le singole azioni che compongono un indice. In questo modo si elimina la necessità di pagare commissioni totali (expense ratio), pur beneficiando di un’ampia diversificazione del mercato.
Sebbene il direct indexing richieda una gestione più attiva e possa comportare commissioni di negoziazione, il risparmio sui costi a lungo termine può essere considerevole, specialmente per investitori con patrimoni elevati.
Le commissioni totali (expense ratio) potrebbero inizialmente sembrare irrilevanti, ma il loro impatto sul rendimento complessivo del portafoglio è innegabile. Queste spese vengono detratte automaticamente, riducendo i rendimenti anno dopo anno. Anche una piccola differenza percentuale può trasformarsi in perdite significative su orizzonti temporali lunghi.
Gli investitori che confrontano attivamente i costi, evitano oneri non necessari e valutano alternative efficienti sotto il profilo dei costi hanno molte più probabilità di massimizzare la propria ricchezza a lungo termine. Un fondo con commissioni totali (expense ratio) elevate deve offrire rendimenti corretti per il rischio costantemente superiori per giustificare i costi extra. In caso contrario, le alternative a minor costo possono fornire un’analoga esposizione di mercato senza l’ostacolo di spese eccessive.
In definitiva, ridurre al minimo i costi è uno degli aspetti dell’investimento pienamente sotto il tuo controllo. Mantenere basse le commissioni permette ai rendimenti composti di funzionare in modo più efficiente, preservando il tuo capitale e ottimizzando i rendimenti nel tempo.