Azioni a bassa capitalizzazione: cosa sono e perché dovrebbero interessarti

BG SAXO
Le azioni a bassa capitalizzazione, spesso trascurate a favore dei colossi a alta capitalizzazione come Apple e Amazon tanto per fare due esempi, hanno silenziosamente offerto opportunità di crescita interessanti per anni.
Tipicamente più sensibili alle fluttuazioni dell’economia interna, le azioni a bassa capitalizzazione possono in determinati contesti sovraperformare rispetto alle azioni a alta capitalizzazione; ad esempio, l’indice Russell 2000, un importante punto di riferimento per le azioni a bassa capitalizzazione, ha superato l’S&P 500 a seguito del rilascio dei dati CPI statunitensi a luglio 2024.
Per i trader e gli investitori, le azioni a bassa capitalizzazione offrono non solo l’aspettativa di crescita, ma anche la possibilità di bilanciare il rischio durante i periodi di volatilità.
Cosa sono le azioni a bassa capitalizzazione?
Le azioni a bassa capitalizzazione rappresentano imprese la cui capitalizzazione di mercato si colloca generalmente tra 250 milioni e 2 miliardi di dollari. Pur essendo più piccole rispetto alle loro controparti a alta capitalizzazione, queste società operano spesso in settori dinamici ed emergenti, ponendosi in una posizione favorevole per una potenziale crescita.
Anche se potrebbero non godere della fama dei titoli a grande capitalizzazione, le azioni a bassa capitalizzazione offrono spesso maggiori spazi di espansione e penetrazione del mercato. In particolare, ciò che le contraddistingue è la capacità di crescere più rapidamente, grazie al loro punto di partenza relativamente contenuto.
Tuttavia, a questo potenziale di crescita si accompagna una volatilità più elevata, poiché tali società risentono maggiormente di oscillazioni di mercato, cambiamenti economici e accesso ai capitali. Nonostante ciò, per gli investitori disposti a correre rischi più elevati, le azioni a bassa capitalizzazione possono offrire rendimenti significativi man mano che queste aziende raggiungono maggiore maturità.
Azioni a bassa capitalizzazione vs. azioni ad alta capitalizzazione
La differenza principale tra azioni a bassa capitalizzazione e azioni ad alta capitalizzazione risiede nella loro capitalizzazione di mercato. Le azioni a bassa capitalizzazione presentano una capitalizzazione compresa tra 250 milioni e 2 miliardi di dollari, mentre le azioni a alta capitalizzazione superano i 10 miliardi di dollari. Queste differenze di dimensioni influiscono sulle loro prestazioni, sulla loro volatilità e sul tipo di investitori che ne sono attratti.
Esaminiamo queste differenze più nel dettaglio:
Potenziale di crescita
Le azioni a bassa capitalizzazione tendono a offrire maggiori opportunità di crescita rispetto alle azioni ad alta capitalizzazione, poiché rappresentano società ancora nelle prime fasi di sviluppo. Le aziende ad alta capitalizzazione, come Disney o Coca-Cola, sono generalmente consolidate, con una crescita di solito più stabile ma più lenta.
Le azioni a bassa capitalizzazione, al contrario, possono crescere rapidamente fino a diventare società ad alta capitalizzazione se riescono a implementare con successo le proprie strategie di business.
Volatilità e rischio
Sebbene le azioni a bassa capitalizzazione abbiano un potenziale di crescita maggiore, devono anche affrontare una volatilità più elevata. Fluttuazioni economiche o cali del mercato possono colpire più duramente le società a bassa capitalizzazione a causa delle loro risorse limitate e della maggiore esposizione al rischio. Le azioni ad alta capitalizzazione, invece, sono generalmente più in grado di superare le difficoltà economiche grazie alla loro solidità finanziaria e alla loro presenza consolidata.
Appeal per gli investitori
Le azioni a bassa capitalizzazione in genere attirano investitori in cerca di opportunità di alta crescita, mentre le azioni ad alta capitalizzazione risultano più interessanti per chi cerca stabilità e dividendi. Le azioni a alta capitalizzazione sono in genere preferite dagli investitori istituzionali, mentre gli investitori individuali o con una maggiore propensione al rischio potrebbero puntare sulle azioni a bassa capitalizzazione per ottenere potenziali rendimenti più elevati.
Visibilità sul mercato
Le azioni ad alta capitalizzazione godono in genere di un’ampia copertura da parte degli analisti e di un notevole interesse istituzionale, il che si traduce in una maggiore visibilità e spesso in una maggiore stabilità dei prezzi. Le azioni a bassa capitalizzazione, invece, possono rimanere in secondo piano con una copertura più limitata, ma proprio questa minore attenzione può offrire opportunità agli investitori di individuare aziende sottovalutate prima che ottengano un riconoscimento diffuso.
I vantaggi di investire in azioni a bassa capitalizzazione
Le azioni a bassa capitalizzazione possono non attirare lo stesso livello di attenzione rispetto alle aziende ad alta capitalizzazione, ma offrono vantaggi specifici per gli investitori. Esaminiamoli:
Maggiore potenziale di crescita
Le azioni a bassa capitalizzazione rappresentano imprese giovani o in espansione, con spazio per crescere. Questo potenziale di sviluppo consente di trarre vantaggio dai futuri profitti man mano che le aziende si evolvono. Mentre le azioni ad alta capitalizzazione sono in genere già consolidate, talune azioni a bassa capitalizzazione hanno visto raddoppiare o addirittura triplicare il loro valore in tempi piuttosto brevi.
Accesso all’innovazione
Le società a bassa capitalizzazione operano spesso in settori emergenti o di nicchia. Tendono a essere più innovative e agili, adattandosi velocemente alle nuove tecnologie o alle tendenze di mercato. Per gli investitori interessati a settori all’avanguardia, come biotech, fintech o energie rinnovabili, le azioni a bassa capitalizzazione offrono l’opportunità di posizionarsi in anticipo in mercati ad alto potenziale.
Opportunità sottovalutate
A causa di una copertura analitica più limitata e di un minor interesse da parte degli investitori istituzionali, le azioni a bassa capitalizzazione tendono a essere valutate in maniera meno efficiente. Questo crea un’opportunità per gli investitori esperti di individuare titoli sottovalutati che potrebbero crescere considerevolmente una volta che il mercato riconosce il loro potenziale.
Vantaggi di diversificazione
Aggiungere azioni a bassa capitalizzazione al tuo portafoglio ne migliora la diversificazione. Poiché spesso operano in settori diversi rispetto alle aziende ad alta capitalizzazione, offrono un’esposizione a industrie che potrebbero essere poco rappresentate nei portafogli tradizionali. Inoltre, la performance delle azioni a bassa capitalizzazione è meno correlata a quella delle azioni ad alta capitalizzazione, contribuendo a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
Performance storicamente superiori durante i periodi di ripresa
Come già accennato, le azioni a bassa capitalizzazione vantano una storia di performance più elevate rispetto alle azioni ad alta capitalizzazione nei periodi di ripresa economica. La loro agilità e capacità di sfruttare rapidamente nuove opportunità di crescita consentono loro di riprendersi più in fretta in un’economia in fase di miglioramento.
I rischi di investire in azioni a bassa capitalizzazione
Sebbene le azioni a bassa capitalizzazione offrano un notevole potenziale di crescita, comportano anche rischi di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli.
Ecco i principali rischi legati all’investimento in società a bassa capitalizzazione:
Volatilità più elevata
Le azioni a bassa capitalizzazione sono generalmente più volatili rispetto alle azioni a alta capitalizzazione. A causa delle loro dimensioni e risorse limitate, le società a bassa capitalizzazione risentono maggiormente delle fluttuazioni del mercato e dei cali economici. Questa maggiore volatilità può tradursi in bruschi cambiamenti di prezzo, rendendole un investimento più rischioso per coloro che preferiscono la stabilità.
Liquidità limitata
Le azioni a bassa capitalizzazione tendono ad avere volumi di scambio inferiori rispetto alle azioni a alta capitalizzazione. Questa minore liquidità può rendere difficile per gli investitori acquistare o vendere un numero considerevole di azioni senza incidere in modo significativo sul prezzo del titolo. Nei periodi di tensione del mercato, la scarsa liquidità può aumentare ulteriormente la volatilità dei prezzi e ostacolare la rapidità con cui gli investitori possono uscire dalle posizioni.
Minore accesso ai capitali
Le società a bassa capitalizzazione dispongono spesso di meno opzioni di finanziamento rispetto alle controparti più grandi. Durante le fasi di contrazione economica o in periodi di credito limitato, le aziende a bassa capitalizzazione possono incontrare difficoltà nell’ottenere i fondi necessari per espandersi o anche solo per le operazioni quotidiane. Ciò può tradursi in una crescita più lenta o, nei casi peggiori, in situazioni di difficoltà finanziaria.
Copertura analitica ridotta
Le azioni a bassa capitalizzazione ricevono meno attenzione da parte degli analisti finanziari rispetto a quelle a alta capitalizzazione. Questa copertura limitata può rendere più difficile per gli investitori reperire informazioni attendibili sulle performance aziendali, complicando il processo di due diligence.
Senza un’ampia copertura, gli investitori devono fare affidamento sulla propria ricerca, aumentando il rischio di valutare erroneamente il valore o il potenziale di crescita di un’azienda.
Maggiore rischio di fallimento
Le società a bassa capitalizzazione si trovano spesso nelle prime fasi di sviluppo, il che le rende più soggette a fallimenti sul piano aziendale. L’assenza di una comprovata esperienza, unita a risorse limitate e a rischi operativi più elevati, può portare a bancarotte o a performance insoddisfacenti. Questo rende le azioni a bassa capitalizzazione intrinsecamente più rischiose, poiché gli investitori potrebbero perdere l’intero capitale investito.
Indici di azioni a bassa capitalizzazione
Investire in azioni a bassa capitalizzazione può intimorire, data la volatilità e le difficoltà di selezionare singole società. Tuttavia, gli investitori possono attenuare alcuni di questi rischi diversificando i propri portafogli attraverso indici di azioni a bassa capitalizzazione. Questi indici tracciano un paniere di titoli a bassa capitalizzazione e offrono un’ampia esposizione a questo segmento di mercato.
Di seguito alcuni esempi di importanti indici di azioni a bassa capitalizzazione sia statunitensi sia globali:
Russell 2000 Index (Stati Uniti)
Il Russell 2000 è uno dei principali punti di riferimento per le azioni a bassa capitalizzazione statunitensi. Comprende 2.000 delle società più piccole all’interno del Russell 3000. Questo indice copre vari settori, offrendo un’esposizione diversificata alle aziende a bassa capitalizzazione. Viene spesso utilizzato da fondi comuni e ETF focalizzati sugli Stati Uniti per garantire agli investitori l’accesso al mercato a bassa capitalizzazione.
S&P SmallCap 600 Index (Stati Uniti)
Un altro indice di spicco nel panorama statunitense, l’S&P 600, traccia 600 società di minori dimensioni ma richiede utili positivi per l’inclusione. Ciò garantisce che le aziende incluse soddisfino alcuni criteri di qualità e redditività, rendendolo potenzialmente più stabile rispetto ad altri indici a bassa capitalizzazione.
FTSE SmallCap Index (Regno Unito)
Il FTSE SmallCap Index è un punto di riferimento chiave per le azioni a bassa capitalizzazione quotate alla Borsa di Londra. Include società con capitalizzazione di mercato inferiore rispetto al FTSE 250, offrendo agli investitori l’accesso a realtà di dimensioni più contenute nel mercato britannico. L’indice è comunemente utilizzato dai fondi del Regno Unito che puntano a un’esposizione sulle azioni a bassa capitalizzazione.
MSCI World Small Cap Index (Globale)
Per gli investitori che desiderano diversificare a livello internazionale, l’MSCI World Small Cap Index comprende azioni a bassa capitalizzazione di 23 mercati sviluppati in tutto il mondo. Questo indice offre esposizione a società in Nord America, Europa e nell’area Asia-Pacifico, rappresentando un’opzione completa per investire a bassa capitalizzazione a livello globale.
STOXX Europe Small 200 Index (Europa)
Questo indice traccia le 200 società più piccole all’interno dello STOXX Europe 600, fornendo un’esposizione alle azioni a bassa capitalizzazione europee. Offre una rappresentanza ampia di imprese di dimensioni ridotte in diversi settori dei Paesi europei, risultando interessante per chi desidera cogliere opportunità di crescita nel mercato europeo.
Conclusioni: il ruolo delle azioni a bassa capitalizzazione nel tuo portafoglio
Le azioni a bassa capitalizzazione offrono un notevole potenziale di crescita, risultando un’opzione interessante per gli investitori disposti ad accettare rischi maggiori. Queste società, spesso attive in settori di nicchia, possono presentare opportunità di beneficiare della crescita nelle fasi iniziali che le aziende più grandi potrebbero non sperimentare più.
Inoltre, la diversificazione tramite indici di azioni a bassa capitalizzazione, come il Russell 2000 o l’MSCI World Small Cap Index, può ridurre il rischio legato ai singoli titoli e allo stesso tempo sfruttare le potenzialità di questo segmento di mercato.
La chiave sta nell’avvicinarsi all’investimento in azioni a bassa capitalizzazione con una ricerca accurata e una chiara comprensione dei rischi, come la volatilità e le limitazioni in termini di liquidità.